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Aggiornato: 15 min 57 sec fa

Alla Delegazione della Fondazione Arena di Verona (18 gennaio 2024)

Gio, 18/01/2024 - 09:30

Eccellenza, distinte Autorità,
cari amici, benvenuti!

Sono lieto di accogliervi in occasione delle celebrazioni per il centenario della “rinascita” dell’Arena di Verona, iniziata nel 1913 con la grande rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi e continuata fino ad oggi. Cento stagioni di attività artistica di altissimo livello, che hanno raccolto e mantenuto viva una preziosa eredità del passato, per consegnarla ancora più ricca alle generazioni future. E questo è molto bello: è una forma intelligente, creativa e concreta di gratitudine e di carità.

L’eredità di cui parliamo è multiforme. L’edificio stesso dell’Arena, prima di tutto, ha una storia di venti secoli, e si è conservato nel tempo proprio grazie al fatto di essere sempre stato un luogo vissuto. Come spesso accade, è stato adattato a vari utilizzi, protagonista di alterne vicende: valorizzato, in alcuni periodi, nella sua funzione originale di luogo di spettacolo; declassato, in altri, ad usi più umili, fino a rischiare, in alcuni momenti, di essere ridotto addirittura a cava di pietre. Lo ha però sempre riscattato l’affetto con cui i veronesi ne hanno di volta in volta tutelato la sopravvivenza, tornando a restaurarlo e a ripristinarlo tante e tante volte. E così è giunto agli inizi del ‘900 ad ospitare i natali di quella che sarebbe diventata la bellissima avventura del Festival, oggi centenaria.

Quanto lavoro in tutto questo, quanta dedizione e quanta fatica: da quella di chi ha costruito e ricostruito le strutture, a quella di autori ed artisti, a quella degli organizzatori dei vari eventi e a quella di tutti coloro, moltissimi, forse i più, che hanno lavorato, come si suol dire, “dietro le quinte”. Pensandoci, viene alla mente ciò che San Paolo dice della Chiesa, quando la paragona a un corpo che ha molte membra: ciascuna parte è complementare alle altre nella sua funzione specifica (cfr 1 Cor 12,1-27). Cento anni di arte, infatti, non può produrli una persona sola, e neanche un gruppetto di eletti: richiedono il concorso di una grande comunità, la cui opera va oltre l’esistenza stessa dei singoli e in cui chi lavora sa di costruire qualcosa non solo per sé, ma anche per chi verrà dopo. Per questo, guardandovi, vedo assieme a voi la folla ancora più grande di uomini e di donne che vi hanno preceduto e che idealmente portate qui: una folla presente sempre, anche sul palcoscenico, ad ogni spettacolo, che ci ricorda quanto è importante, nell’arte come nella vita, essere umili e generosi. Umiltà e generosità: due virtù del vero artista di cui ci parla la vostra storia!

Vi incoraggio dunque a continuare quest’opera, e a farlo con amore, non tanto per il successo personale, quanto per la gioia di donare qualcosa di bello agli altri. Donare felicità con l’arte, diffondere serenità, comunicare armonia! Ne abbiamo tutti tanto bisogno. Vi benedico di cuore. E vi raccomando, non dimenticatevi di pregare per me.

Udienza Generale del 17 gennaio 2024 - Catechesi. I vizi e le virtù. 4. <i>La lussuria</i>

Mer, 17/01/2024 - 09:00

Il testo qui di seguito include anche parti non lette che sono date ugualmente come pronunciate.

 

Catechesi. I vizi e le virtù. 4. La lussuria 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi ascoltiamo bene la catechesi perché dopo avremo il circo che farà qualche cosa qui per divertirci.

Proseguiamo il nostro itinerario sui vizi e le virtù; e gli antichi Padri ci insegnano che, dopo la gola, il secondo “demone” , cioè vizio, che sta sempre accovacciato alla porta del cuore è quello della lussuria. Mentre la gola è la voracità nei confronti del cibo, questo secondo vizio è una sorta di “voracità” verso un’altra persona, cioè il legame avvelenato che gli esseri umani intrattengono tra di loro, specialmente nella sfera della sessualità.

Si badi bene: nel cristianesimo non c’è una condanna dell’istinto sessuale. Un libro della Bibbia, il Cantico dei Cantici, è uno stupendo poema d’amore tra due fidanzati. Tuttavia, questa dimensione così bella della nostra umanità, la dimensione sessuale, la dimensione dell’amore, non è esente da pericoli, tanto che già San Paolo deve affrontare la questione nella prima Lettera ai Corinzi. Scrive così: «Si sente da per tutto parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani” (5,1). Il rimprovero dell’Apostolo riguarda proprio una gestione malsana della sessualità da parte di alcuni cristiani.

Ma guardiamo all’esperienza umana, all’esperienza dell’innamoramento. Qui ci sono tanti sposi novelli, voi potere parlare di questo! Perché questo mistero accada, e perché sia un’esperienza così sconvolgente nella vita delle persone, nessuno di noi lo sa. Una persona si innamora di un’altra, l’innamoramento viene. È una delle realtà più sorprendenti dell’esistenza. Buona parte delle canzoni che si ascoltano alla radio riguardano questo: amori che si illuminano, amori sempre ricercati e mai raggiunti, amori carichi di gioia, o che tormentano fino alle lacrime.

Se non viene inquinato dal vizio, l’innamoramento è uno dei sentimenti più puri. Una persona innamorata diventa generosa, gode nel fare regali, scrive lettere e poesie. Smette di pensare a sé stessa per essere completamente proiettata verso l’altro, è bello questo. E se chiedete a un innamorato: “per quale motivo tu ami?”, non troverà una risposta: per tanti versi il suo è un amore incondizionato, senza nessuna ragione. Pazienza se quell’amore, tanto potente, è anche un po’ ingenuo: l’innamorato non conosce veramente il volto dell’altro, tende a idealizzarlo, è pronto a pronunciare promesse di cui non coglie subito il peso. Questo “giardino” dove si moltiplicano meraviglie non è però al riparo del male. Esso viene deturpato dal demone della lussuria, e questo vizio è particolarmente odioso, almeno per due motivi.

Anzitutto perché devasta le relazioni tra le persone. Per documentare una realtà del genere è sufficiente purtroppo la cronaca di tutti giorni. Quante relazioni iniziate nel migliore dei modi si sono poi mutate in relazioni tossiche, di possesso dell’altro, prive di rispetto e del senso del limite? Sono amori in cui è mancata la castità: virtù che non va confusa con l’astinenza sessuale – la castità è più che l’astinenza sessuale –, bensì va connessa con la volontà di non possedere mai l’altro. Amare è rispettare l’altro, ricercare la sua felicità, coltivare empatia per i suoi sentimenti, disporsi nella conoscenza di un corpo, di una psicologia e di un’anima che non sono i nostri, e che devono essere contemplati per la bellezza di cui sono portatori. Amare è questo, e l’amore è bello. La lussuria, invece, si fa beffe di tutto questo: la lussuria depreda, rapina, consuma in tutta fretta, non vuole ascoltare l’altro ma solo il proprio bisogno e il proprio piacere; la lussuria giudica una noia ogni corteggiamento, non cerca quella sintesi tra ragione, pulsione e sentimento che ci aiuterebbe a condurre l’esistenza con saggezza. Il lussurioso cerca solo scorciatoie: non capisce che la strada dell’amore va percorsa con lentezza, e questa pazienza, lungi dall’essere sinonimo di noia, permette di rendere felici i nostri rapporti amorosi.

Ma c’è una seconda ragione per cui la lussuria è un vizio pericoloso. Tra tutti i piaceri dell’uomo, la sessualità ha una voce potente. Coinvolge tutti i sensi, dimora sia nel corpo che nella psiche, e questo è bellissimo, ma se non è disciplinata con pazienza, se non è inscritta in una relazione e in una storia dove due individui la trasformano in una danza amorosa, essa si muta in una catena che priva l’uomo di libertà. Il piacere sessuale, che è un dono di Dio, è minato dalla pornografia: soddisfacimento senza relazione che può generare forme di dipendenza. Dobbiamo difendere l’amore, l’amore del cuore, della mente, del corpo, amore puro nel donarsi uno all’altro. E questa è la bellezza del rapporto sessuale.

Vincere la battaglia contro la lussuria, contro la “cosificazione” dell’altro, può essere un’impresa che dura tutta una vita. Però il premio di questa battaglia è il più importante in assoluto, perché si tratta di preservare quella bellezza che Dio ha scritto nella sua creazione quando ha immaginato l’amore tra l’uomo e la donna, che non è per usarsi l’un l’altro, ma per amarsi. Quella bellezza che ci fa credere che costruire una storia insieme è meglio che andare a caccia di avventure – ci sono tanti don Giovanni! –, coltivare tenerezza è meglio che piegarsi al demone del possesso – il vero amore non possiede, si dona –, servire è meglio che conquistare. Perché se non c’è l’amore, la vita è triste, è triste solitudine. Grazie.

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Saluti

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier les élèves de Fénélon-Sainte Marie, de Paris. Je vous invite tous à témoigner de la beauté et de la dignité de la personne humaine dans vos relations. Ma bénédiction à tous!

[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare gli studenti di Fénélon-Sainte Marie, di Parigi. Vi invito tutti a testimoniare la bellezza e la dignità della persona umana nelle vostre relazioni. A tutti la mia benedizione!]

I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from Australia and the United States of America. Upon all of you, and upon your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!   

[Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese, specialmente ai gruppi provenienti dall’Australia e dagli Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Dio vi benedica!]

Liebe Brüder und Schwestern, das Leben des heiligen Mönchsvaters Antonius, dessen Gedenktag wir heute begehen, zeigt uns, dass der geistliche Kampf gegen die Dämonen und die Sünde unverzichtbar ist, um in der Heiligkeit zu wachsen. Bitten wir also beständig um die Hilfe des Herrn, damit wir am Ende den Sieg erlangen.

[Cari fratelli e sorelle, la vita di Sant’Antonio Abate, di cui oggi ricorre la memoria liturgica, ci mostra come la lotta spirituale contro i demoni e il peccato è indispensabile per crescere nella santità. Imploriamo dunque il continuo aiuto del Signore per vincere questa battaglia.]

Saludo cordialmente a todos los peregrinos de lengua española. Pidamos al Señor la gracia de saber amar como Él ama, con un amor libre y gratuito, y también de saber contemplar respetuosamente el don que Dios nos da en el hermano. Que Dios los bendiga y la Virgen Santa los acompañe. Muchas gracias.

Saúdo cordialmente os peregrinos de língua portuguesa, especialmente o grupo que veio de Cabo Verde. O Senhor, que nos criou, chama-nos a seguir caminhos de unidade. A criatividade para fazê-lo brota sempre do Evangelho. Deus vos abençoe!

[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua portoghese, in modo speciale il gruppo proveniente da Capo Verde. Il Signore, che ci ha creato, ci chiama a seguire vie d’unità. La creatività per farlo la attingiamo sempre dal Vangelo. Dio vi benedica!]

أُحيِّي المُؤمِنِينَ النَّاطِقِينَ باللُغَةِ العربِيَّة. لِنَسِرْ في طريقِ الحبِّ الَّذي سارَ فيه يسوعُ حتَّى الصَّليب. لأنَّ الحبَّ وحدَه يَروي قلوبَنا، ويشفِي جِراحَنا، ويَمنَحُنا الفرحَ الحقِيقيّ. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِنْ كُلِّ شَرّ!

[Saluto i fedeli di lingua araba. Camminiamo sulla via dell’amore che Gesù ha percorso fino alla croce. Perché solo l’amore ci disseta il cuore, guarisce le nostre ferite e ci dà la vera gioia. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎!]

Pozdrawiam serdecznie Polaków. Dzisiejsza katecheza jest zachętą, by stawić czoła rozwiązłości. Walka z tą wadą może trwać przez całe życie, ale nagroda jest niezrównana: zachowanie piękna, które Bóg wpisał w swoje stworzenie, kiedy przewidział miłość między kobietą i mężczyzną. Niech pomaga wam w tym wstawiennictwo i nauczanie św. Jana Pawła II, który z wielkim oddaniem wychowywał młodych do dojrzałej miłości. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i polacchi. La catechesi di oggi è un incoraggiamento ad affrontare la lussuria. La lotta contro questo vizio può durare tutta la vita, la ricompensa però è incomparabile: il perseverare quella bellezza che Dio ha scritto nella sua creazione, quando ha immaginato l’amore tra l’uomo e la donna. Vi aiutino in questo l'intercessione e l'insegnamento di San Giovanni Paolo II, che con grande devozione educava i giovani all'amore maturo. Vi benedico di cuore.]

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APPELLO

Esprimo la mia vicinanza e solidarietà alle vittime, tutte civili, dell’attacco missilistico che ha colpito una zona urbana di Erbil, capitale della Regione Autonoma del Kurdistan Iracheno. Le buone relazioni tra vicini non si costruiscono con simili azioni, ma con il dialogo e la collaborazione. A tutti chiedo di evitare ogni passo che aumenti la tensione in Medio Oriente e negli altri scenari di guerra.

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Domani inizia la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, che quest’anno ha per tema: «Ama il Signore Dio tuo… e ama il prossimo come te stesso» (cfr. Lc 10,27). Vi invito a pregare, affinché i cristiani raggiungano la piena comunione e rendano una unanime testimonianza di amore verso tutti, specialmente verso i più fragili.

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli di Bellizzi, il gruppo FederCasa, l’Istituto Pio IX-La Salle di Roma e la Scuola Highlands Institute di Roma.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. Oggi la liturgia fa memoria di Sant'Antonio Abate, uno dei padri fondatori del monachesimo. Il suo esempio vi incoraggi ad accogliere il Vangelo senza compromessi.

E non dimentichiamo i Paesi che sono in guerra, non dimentichiamo l’Ucraina, non dimentichiamo la Palestina, Israele, non dimentichiamo gli abitanti della Striscia di Gaza che soffrono tanto. Preghiamo per tante vittime della guerra, tante vittime. La guerra distrugge sempre, la guerra non semina amore, semina odio. La guerra è una vera sconfitta umana. Preghiamo per la gente che soffre nella guerra.

A tutti la mia Benedizione! 

Messaggio del Santo Padre ai partecipanti alla Conferenza Internazionale organizzata dalla Pontificia Accademia per la Vita (16 gennaio 2024)

Mar, 16/01/2024 - 12:00

Ai Partecipanti alla Conferenza internazionale: «La Dichiarazione di Helsinki: ricerche in contesti poveri di risorse»

Sono lieto di salutare tutti voi, all’inizio della Conferenza organizzata dalla World Medical Association, insieme con la American Medical Association e la Pontificia Accademia per la Vita. Il tema che affrontate, «La Dichiarazione di Helsinki: ricerche in contesti poveri di risorse», è sia importante sia opportuno, poiché la Dichiarazione stessa sottolinea il tema fondamentale della libertà e del consenso informato per quanto riguarda la ricerca clinica. Partendo da tale fondamento, nel corso degli anni abbiamo visto come questo tema abbia influito sulla pratica medica nel suo insieme.

Dalla sua versione originale nel 1964, e attraverso i suoi successivi aggiornamenti, la Dichiarazione ha offerto un contributo essenziale per rendere possibile il passaggio dalla ricerca sui pazienti alla ricerca con i pazienti. Sappiamo bene quanto questo cambiamento sia stato importante per la pratica della medicina nel promuovere una nuova armonia nel rapporto tra medico e paziente. Mentre l’asimmetria esistente nel rapporto terapeutico è fin troppo evidente, il ruolo centrale che il malato dovrebbe svolgere non è ancora diventato una realtà. Deve essere costantemente salvaguardato e promosso nelle nuove circostanze in cui si trova la medicina, che progrediscono sempre più velocemente e che includono nuove risorse tecnologiche e farmaceutiche, interessi economici e alleanze commerciali, nonché contesti culturali in cui è più facile strumentalizzare gli altri per i propri fini. La ricerca clinica nei Paesi a basso reddito è un campo particolarmente suscettibile a queste vulnerabilità. Di fatto, tali preoccupazioni costituiscono un particolare aspetto di quella protezione che dobbiamo sempre garantire, in tutti gli aspetti della nostra vita comune, per le persone più a rischio nelle nostre società. A livello internazionale, stiamo assistendo a molte ingiustizie che spingono i Paesi poveri in una posizione svantaggiata, in termini di accesso e utilizzo delle risorse disponibili, lasciandoli alla mercè di Paesi più ricchi e entità industriali che sembrano insensibili a quanti non possono affermarsi in termini economici, anche quando sono in gioco bisogni e diritti fondamentali. Sono questioni che riguardano anche le tecnologie come l’intelligenza artificiale (cfr. Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2024). È molto importante evitare che le disuguaglianze si verifichino anche nel campo dell’assistenza sanitaria e della ricerca clinica. Non possiamo subordinare la cura, che costituisce l’atteggiamento essenziale che permette alla vita umana di progredire attraverso l’affidamento di una persona a un’altra, alle mentalità riduttive del mercato e della tecnologia.

Sono dunque lieto che stiate riflettendo su tali questioni, cercando non soltanto di affrontare le loro implicazioni a livello teorico, ma anche di trovare soluzioni concrete. Di fatto, dobbiamo trovare un equilibrio tra le opportunità di ricerca e il benessere dei pazienti, di modo che le spese sostenute dalla ricerca e l’accesso ai benefici che ne risultano siano distribuiti in modo equo.

Vorrei qui attirare la vostra attenzione sul fatto che rispettare la libertà delle diverse comunità coinvolte significa riconoscere anche le loro diverse sensibilità culturali, che non dovrebbero essere lese da modelli di conoscenza e pratiche sociali che esse non riconoscono come proprie. Ci troviamo quindi di fronte a sfide che sollevano domande di giustizia globale in relazione all’assistenza sanitaria. In questo ambito, dopo l’esperienza della pandemia, abbiamo visto quanto sia importante fornire forme di governance che vadano oltre quelle a disposizione delle singole nazioni. A tale riguardo, dobbiamo promuovere un modo di pensare alla comunità internazionale che serva in maniera efficace la famiglia umana, passando a una prospettiva di amicizia sociale e fratellanza universale (cfr. Fratelli tutti, n. 173).

Con questi sentimenti, offro i miei oranti buoni auspici per le vostre deliberazioni e il vostro lavoro. Su tutti coloro che partecipano a questa conferenza invoco volentieri le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente.

Dal Vaticano, 16 gennaio 2024

FRANCESCO

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L'Osservatore Romano, Anno CLXIV n. 15, venerdì 19 gennaio 2024, p. 6.

Decreto del Sommo Pontefice Francesco relativo alla pubblicazione di provvedimenti normativi nello Stato della Città del Vaticano (16 gennaio 2024)

Mar, 16/01/2024 - 12:00

Esigenze emerse recentemente nell’ambito delle attività e funzioni legislative richiedono un’opportuna chiarificazione per consentire l’efficace e tempestiva entrata in vigore dei provvedimenti normativi nello Stato della Città del Vaticano.

Per tali ragioni, fermo restando il disposto dell’art. 2 della Legge n. LXXI sulle fonti del diritto del 1° ottobre 2008, tutti i provvedimenti normativi, di qualsiasi natura, devono ritenersi pubblicati al momento della loro affissione presso il Cortile di San Damaso, alla porta degli Uffici Postali e del Palazzo del Governatorato e nel sito istituzionale dello Stato della Città del Vaticano, prescindendo dalla data di effettiva pubblicazione nel Supplemento degli Acta Apostolicae Sedis.

Stabilisco che il presente Decreto Legislativo entri immediatamente in vigore e, munito del sigillo dello Stato, sia depositato nell’Archivio delle leggi dello Stato della Città del Vaticano, e che il testo corrispondente sia pubblicato mediante affissione presso il Cortile di San Damaso, alla porta degli Uffici Postali e del Palazzo del Governatorato e nel sito istituzionale dello Stato della Città del Vaticano, e successivamente inserito nel supplemento degli Acta Apostolicae Sedis, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato dal Nostro Palazzo Apostolico Vaticano il 16 gennaio 2024, anno XI del Nostro Pontificato.
 

FRANCESCO

Lettera Apostolica, in forma di Motu Proprio, con la quale vengono modificati e integrati il Motu Proprio "sulla trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici della Santa Sede e dello Stato della...

Mar, 16/01/2024 - 12:00

Per meglio armonizzare l’esercizio odierno del servizio della Curia con il cammino di evangelizzazione, che la Chiesa […] sta vivendo (Praedicate Evangelium), proseguendo nel percorso intrapreso per favorire la trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici, al fine di consentire una più efficace applicazione di quanto stabilito, considerate le osservazioni delle Istituzioni curiali, degli Uffici della Curia Romana, delle Istituzioni collegate alla Santa Sede o che ad essa fanno riferimento, e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e valutata, altresì, l’esperienza maturata in questi anni,

dispongo quanto segue:

Articolo 1

1. Nel testo dell’art. 1, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunte le parole «d’appalto» e «nonché alle concessioni di lavori e servizi» e la parola «lettera» è sostituita dall’abbreviazione «lett.».

2. Il testo dell’art. 1, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 2. La presente normativa, conformemente ai principi della Dottrina Sociale della Chiesa, dell’ordinamento canonico della Santa Sede e dell’ordinamento vaticano dello Stato della Città del Vaticano e della Lettera Enciclica Laudato si’ persegue i seguenti fini:

a) l’impiego sostenibile dei fondi interni;

b) la trasparenza della procedura di aggiudicazione;

c) la parità di trattamento e la non discriminazione degli offerenti;

d) la promozione di una concorrenza efficace tra gli offerenti, in particolare mediante misure in grado di contrastare gli accordi illeciti in materia di concorrenza e la corruzione.».

Articolo 2

1. Il testo dell’art. 2 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

Ǥ 1. Ai fini della presente normativa si intende per:

a) «Enti», le Istituzioni curiali, gli Uffici della Curia Romana, le Istituzioni collegate alla Santa Sede o che ad essa fanno riferimento, nonché tutti i soggetti individuati nell’elenco allegato allo Statuto del Consiglio per l’Economia, e il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano;

b) «operatore economico», una persona fisica o giuridica, un raggruppamento di tali persone, compresa qualsiasi forma di associazione o rete, un ente senza personalità giuridica, che offre sul mercato la realizzazione di lavori o opere, la fornitura di beni o la prestazione di servizi;

c) «beni e servizi singolari», i beni, i servizi, le opere e i lavori che sono acquisiti, anche in maniera ricorrente, da/per un solo Ente;

d) «beni e servizi comuni», i beni, i servizi, le opere e i lavori che sono acquisiti, anche in maniera ricorrente, da/per almeno due Enti e/o sono suscettibili di soddisfare indistintamente le esigenze anche future di diversi o di tutti gli Enti;

e) «accordo quadro», contratto che la Committente intende concludere con uno o più fornitori, da identificare con procedure selettive ovvero con tutti gli operatori economici iscritti in una specifica classe di specializzazione, allo scopo di individuare categorie di beni e servizi, condizioni e corrispettivi prestabiliti. Sulla base dell’accordo quadro, gli Enti possono concludere singoli contratti definendo le clausole non previste dall’accordo quadro stesso;

f) «Committente» o «acquirente», l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (nel seguito APSA) o il Governatorato o l’Ente decentralizzato che, per quanto di competenza, si occupa dell’organizzazione e della finalizzazione delle procedure di affidamento, fatto salvo quanto previsto dall’art. 58 della presente normativa;

g) «Ente decentralizzato», l’Ente autorizzato ad operare in deroga alla centralizzazione, ai sensi dell’art. 16 della presente normativa;

h) «Ente beneficiario», l’Ente che chiede e riceve materialmente e in ultima istanza un bene o un servizio ancorché acquistato dalle Committenti;

i) «Organismi di vigilanza e di controllo», così come individuati dai rispettivi statuti e regolamentazioni, tra i quali: il Consiglio per l’Economia, la Segreteria per l’Economia, il Cardinale Presidente del Governatorato, quale Superiore autorità posta a garanzia del rispetto delle procedure stabilite dalla presente normativa per conto del Governatorato dello Stato Città del Vaticano, l’Unità di Controllo e Ispezione, presso la Segreteria Generale del Governatorato, nonché l’Ufficio del Revisore Generale, l’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria secondo le proprie competenze e la Commissione di Materie Riservate;

j) «fornitore», l’operatore economico che abbia ottenuto, in base alla presente normativa, l’iscrizione all’Albo unico della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano e sia pertanto legittimato a stipulare validamente o abbia stipulato validamente appalti con le Committenti;

k) «incaricati professionali temporanei», i soggetti di cui agli artt. 11 del Regolamento generale della Curia Romana, 29 del Regolamento Generale per il personale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e 20 del Regolamento per il personale dirigente laico della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano e successive modifiche e integrazioni;

l) «Albo unico della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano» o «Albo», il luogo informatico dove sono pubblicati o depositati, con valore legale, gli atti, i documenti e le informazioni riguardanti le procedure di appalto e gli operatori economici;

m) «catalogo informatico», una lista di beni o di servizi, appartenenti a una o più classi di specializzazione, offerti da un fornitore incluso nella corrispondente categoria mediante pubblicazione nell’Albo ad un prezzo determinato;

n) «concessione di lavori», un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto in virtù del quale uno o più Enti affidano l’esecuzione di lavori ad uno o più operatori economici, ove il corrispettivo consiste nel diritto di gestire l’opera oggetto del contratto o in tale diritto accompagnato da un prezzo;

o) «concessione di servizi», un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto in virtù del quale uno o più Enti affidano la fornitura e la gestione di servizi diversi dall’esecuzione di lavori ad uno o più operatori economici, ove il corrispettivo consiste nel diritto di gestire i servizi oggetto del contratto o in tale diritto accompagnato da un prezzo;

p) «contratto pubblico», contratto stipulato da uno o più degli Enti di cui alla lettera a).».

Articolo 3

1. Nel testo dell’art. 3, § 1, lett. a), della NCP, del 1° giugno 2020, sono eliminate le parole «riferibili alla Santa Sede e allo Stato della Città del Vaticano».

2. Nel testo dell’art. 3, § 1, lett. b), della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunte le parole «e ai fornitori».

3. Nel testo dell’art. 3, § 1, lett. c), della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «nelle procedure della» sono sostituite dalla parola «dalla».

Articolo 4

1. Il testo dell’art. 4, § 1, lett. a), della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«a) dei contratti di lavoro subordinato, anche a termine, regolati dalle relative disposizioni del Regolamento Generale della Curia Romana, del Regolamento Generale per il personale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e dalle altre norme di settore tempo per tempo vigenti;».

2. Nel testo dell’art. 4, § 1, lett. b), della NCP, del 1° giugno 2020, il richiamo all’art. «8» è sostituito dal riferimento all’art. «16», le parole «Pastor Bonus» sono sostituite dalle seguenti «Praedicate Evangelium» e dopo la parola «integrazioni» è aggiunta una virgola.

3. Nel testo dell’art. 4, § 1, lett. d), i., della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «gli» è sostituita dalla seguente «agli» e le parole «lo stesso strumento detti» sono sostituite dalle parole «gli stessi dettino».

4. Nel testo dell’art. 4, § 1, lett. d), iv., della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «Vaticano» il punto e virgola sostituisce il punto.

5. Il testo dell’art. 4, § 1, lett. e), della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«e) delle operazioni relative alle attività di approvvigionamento di merci per la rivendita da parte del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e da parte di quei soggetti espressamente autorizzati nel rispetto della normativa vigente in materia, salvo il caso siano oggetto di concessione ai sensi dell’art. 59;».

6. Nell’art. 4, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la lettera e) sono aggiunte le lettere f), g), h), i), j), k) e l) del seguente tenore:

«f) degli acquisti di beni e servizi delle Rappresentanze Pontificie della Santa Sede, che operano secondo i principi della presente normativa;

g) delle convenzioni stipulate dal Fondo di Assistenza Sanitaria con i medici e le strutture di ricovero, assistenza e cura ai sensi dell’art. 15 del proprio Statuto e successive modifiche e integrazioni, aventi ad oggetto le prestazioni sanitarie erogate agli iscritti;

h) dei contratti aventi ad oggetto l’acquisto da parte degli Enti di strumenti finanziari o di servizi di intermediazione finanziaria rientranti nell’ambito operativo disciplinato dalla Politica di Investimento della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano;

i) degli acquisti di beni destinati ad essere donati ai bisognosi, nei limiti e secondo le procedure stabiliti dalla Segreteria per l’Economia;

j) degli acquisti di beni e servizi, indicati con provvedimento, in base alla rispettiva competenza, della Segreteria per l’Economia e del Cardinale Presidente del Governatorato che, secondo gli usi commerciali, sono regolati in contanti o con strumenti elettronici di pagamento e per i quali, in considerazione delle particolari modalità con cui sono offerti sul mercato, risulta indifferente il fornitore e di fatto impossibile la competizione tra più fornitori sul prezzo o sulle caratteristiche del bene, sempre che gli stessi non siano stati oggetto di una convenzione o di un accordo quadro stipulato dall’APSA o dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano;

k) degli acquisti caratteristici delle strutture sanitarie, secondo quanto stabilito con provvedimento della Segreteria per l’Economia, che si ispira ai principi della presente normativa;

l) degli affidamenti a società commerciali sulle quali l’Ente esercita un controllo analogo a quello che espleta sulle proprie articolazioni interne, disciplinati da specifiche procedure approvate dalla Segreteria per l’Economia, che si ispirano ai principi della presente normativa.».

7. Il testo dell’art. 4, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 2. La Commissione di Materie Riservate vigila sui Contratti di cui al precedente § 1, lett. d).».

Articolo 5

1. Il testo dell’art. 5, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Tenuto conto di quanto previsto dall’art. 1, § 3, dello Statuto del Consiglio per l’Economia e dalla Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano del 13 maggio 2023, la presente normativa si ispira ai seguenti principi fondamentali:».

2. Nel testo dell’art. 5, § 1, lett. e), della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «ed» è sostituita da una virgola e sono aggiunte, infine, le seguenti parole «e risultato».

3. Nel testo dell’art. 5, § 1, lett. g), della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «evitare» è sostituita dalle seguenti «astensione dal porre in essere».

Articolo 6

1. Nel testo dell’art. 6, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «termini» è eliminata una virgola e nel seguito sono eliminate le parole «nel corso del quale cade il momento».

2. Il testo dell’art. 6, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 2. Il termine è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo se scade in un giorno festivo secondo il calendario dello Stato della Città del Vaticano.».

Articolo 7

1. Alla rubrica del Capo II, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «e» è sostituita da una virgola.

2. Nel testo dell’art. 7, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «di aggiudicazione dei» sono sostituite dalle seguenti «afferenti ai».

3. Nel testo dell’art. 7, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «aggiudicazione» è sostituita dalla parola «approvvigionamento», è aggiunta la parola «qualificazione,» e, infine, è eliminata la parola «di».

4. Nel testo dell’art. 7, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, sono eliminate le parole «di ruolo», sono aggiunte le parole «, anche a termine,» e «i».

5. Il testo dell’art. 7, § 4, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 4. Il personale che versa nelle ipotesi di cui ai §§ 2 e 3 è tenuto a darne comunicazione all’Ente e ad astenersi dal partecipare alle procedure disciplinate dalla presente normativa. Fatte salve le ipotesi di responsabilità amministrativa e penale, la mancata astensione nei casi previsti costituisce comunque fonte di responsabilità disciplinare a carico del dipendente.».

Articolo 8

1. Il testo dell’art. 8, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Previa istanza motivata, è concesso ai soggetti che abbiano un interesse diretto, attuale e concreto nella procedura il diritto di accesso agli atti nelle procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici, ivi comprese le candidature e le offerte.».

2. Nel testo dell’art. 8, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, la lettera «o» è sostituita dalla seguente «e».

3. Il testo dell’art. 8, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 3. Nell’ambito delle procedure disciplinate dalla presente normativa e in qualunque altro caso in cui l’accesso possa alterare gli esiti della procedura, l’accesso può essere esercitato solo al termine della procedura stessa, presentando istanza debitamente motivata, entro 5 giorni dalla pubblicazione dell’aggiudicazione definitiva.».

4. Nell’art. 8, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo il § 3, è aggiunto il nuovo § 4 del seguente tenore:

«§ 4. Per le procedure di cui al successivo art. 9 la Commissione di Materie Riservate può limitare o escludere il diritto di accesso.».

Articolo 9

1. Il testo dell’art. 9 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Qualora ricorrano giustificati motivi, gli Enti possono inoltrare alla Commissione di Materie Riservate un’istanza per l’apposizione di un vincolo di riservatezza sulla singola procedura.».

«§ 2. La Commissione di Materie Riservate, anche in deroga alla presente normativa e ai Regolamenti che le danno attuazione, provvede al riguardo avendo cura di contemperare le esigenze di riservatezza manifestate dal richiedente con i principi di trasparenza e pubblicità di cui alla presente normativa.».

Articolo 10

1. Nel testo dell’art. 10, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «trenta» è sostituita dal numero «30».

2. Nel testo dell’art. 10, § 4, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «contenuti nella», «regolamenti» e «nei bandi» sono sostituite rispettivamente dalle seguenti parole «disciplinati dalla», «Regolamenti» e «nella documentazione».

3. Nel testo dell’art. 10, § 5, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «istanza» è aggiunta una virgola.

4. Il testo dell’art. 10, § 6, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 6. In ogni atto notificato al destinatario devono essere indicati il termine e l’Autorità cui è possibile ricorrere. Nel caso di omessa indicazione, il termine è di 15 giorni decorrenti dalla notifica e l’Autorità competente è il Tribunale dello Stato Città del Vaticano.»

5. Nell’art. 10, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo il § 6 è aggiunto il nuovo § 7 del seguente tenore:

«§ 7. Non è annullabile l’atto o il provvedimento privo di motivazione o con motivazione insufficiente, qualora l’Ente dimostri che il contenuto del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso da quello di fatto adottato, tenuto conto dell’interesse diretto, attuale e concreto di chi ne contesti il difetto di motivazione o l’inadeguatezza della stessa.».

Articolo 11

1. Nel testo dell’art. 11, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunte le seguenti parole «qualificazione e di» e dopo la parola «economico» è eliminata una virgola.

2. Il testo dell’originario art. 11, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminato; il § 2 integra l’originario § 3 ed ha il seguente tenore:

«§ 2. È fatto divieto agli operatori economici di partecipare alla gara in più di un raggruppamento temporaneo o consorzio, ovvero di partecipare alla gara anche in forma individuale qualora abbia partecipato alla gara medesima in raggruppamento o consorzio unitamente ad altri operatori economici. I Regolamenti attuativi disciplinano le forme di collaborazione tra gli operatori economici e le modalità di partecipazione ammesse nelle procedure di affidamento.».

Articolo 12

1. Nel titolo dell’art. 12 la parola «Motivi» è sostituita dalla parola «Cause».

2. Il testo dell’art. 12, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Non possono essere iscritti nell’Albo e, ancorché iscritti, non possono partecipare alle procedure di acquisto o stipulare contratti gli operatori economici nei cui confronti, in qualunque giurisdizione:

a) se trattasi di persone fisiche, o nei confronti dei membri degli organi di amministrazione, dei soci di maggioranza e dei procuratori generali o speciali in materia di appalti, se società di capitali, o nei confronti dei soci, anche accomandatari, se società di persone, siano intervenute sentenze o altri provvedimenti di condanna, anche non definitivi, o sia comunque pendente un procedimento penale in relazione a delitti dolosi puniti con una pena non inferiore nel minimo ad un anno di reclusione;

b) se trattasi di persone fisiche, o nei confronti dei membri degli organi di amministrazione, dei soci di maggioranza e dei procuratori generali o speciali in materia di appalti, se società di capitali, o nei confronti dei soci, anche accomandatari, se società di persone, vi sia fondato sospetto di affiliazione, anche esterna, con organizzazioni criminali, di cui si abbia conoscenza per il tramite degli Organismi di vigilanza e di controllo, ovvero siano pendenti indagini per reati di riciclaggio e autoriciclaggio, corruzione, frode, terrorismo e suo finanziamento e sfruttamento di persone.».

Articolo 13

1. Il testo dell’art. 13 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Un operatore economico può essere escluso, altresì, dalla partecipazione a una procedura:

a) se non ha ottemperato agli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali o di altre provvidenze a favore dei lavoratori, secondo la normativa del Paese in cui è stabilito;

b) se ha commesso gravi violazioni degli obblighi relativi al pagamento di imposte e tasse;

c) se è stato inadempiente rispetto agli obblighi in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, secondo la legge o i contratti collettivi applicabili;

d) se è stato cancellato dall’Albo ai sensi dell’art. 34, fintantoché non sia stata accertata la rimozione delle cause che hanno dato luogo alla cancellazione e non sia trascorso almeno un anno dalla stessa;

e) se è costituito o partecipato, direttamente o indirettamente, da società fiduciarie o altre forme di intestazione fiduciaria che non consentano di individuare il beneficiario effettivo, fatto salvo il caso in cui sia data evidenza dell’identità del soggetto beneficiario;

f) se è residente ovvero stabilito in Stati o territori aventi regimi fiscali privilegiati secondo quanto disposto da istituzioni internazionali, così come definiti con provvedimento della Segreteria per l’Economia, oppure sono partecipati direttamente o indirettamente da soggetti residenti ovvero stabiliti nei suddetti Stati o territori;

g) se, nell’ipotesi di enti quotati, non è soggetto a forme di vigilanza di natura economica e finanziaria, nei Paesi nei quali sono stabiliti;

h) se è sottoposto ad una procedura di insolvenza o di liquidazione, o se è in stato di amministrazione controllata, o se ha stipulato un concordato preventivo con i creditori, ovvero se ha cessato le sue attività o si trova in qualsiasi altra situazione analoga derivante da una procedura simile ai sensi di leggi e dei regolamenti nazionali, fatto salvo il ricorso ad azioni finalizzate al recupero della solvibilità fornendone documentata evidenza;

i) se professionista che ha commesso violazioni gravi, definitivamente accertate, delle regole deontologiche stabilite dall’Ordine professionale di appartenenza;

j) se esiste un conflitto di interessi con gli Enti o i soggetti di cui all’art. 7;

k) se esiste un pericolo di distorsione della concorrenza;

l) se ha mostrato significative o persistenti carenze nell’esecuzione di un aspetto sostanziale in un precedente contratto pubblico o durante l’esecuzione di un aspetto sostanziale di un contratto pubblico in corso, su segnalazione delle Committente o degli Enti beneficiari;

m) se si è reso gravemente colpevole di false dichiarazioni nel fornire le informazioni richieste per verificare l’assenza di motivi di esclusione o il rispetto dei criteri di selezione, o se non ha trasmesso tali informazioni o non è stato in grado di presentare i documenti complementari richiesti;

n) se ha tentato di influenzare indebitamente il procedimento decisionale o di ottenere informazioni confidenziali in grado di conferirgli vantaggi indebiti rispetto alla singola procedura oppure ha fornito informazioni false per influenzare le decisioni riguardanti l’esclusione, la selezione o l’aggiudicazione;

o) se ha commesso gravi violazioni degli obblighi in materia ambientale definitivamente accertate;

p) se residente ovvero stabilito in Giurisdizioni a rischio elevato di riciclaggio, finanziamento del terrorismo e/o proliferazione delle armi di distruzione di massa, così come individuate dall’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria nello svolgimento della propria attività istituzionale.

§ 2. Le cause di esclusione, salvo che non sia diversamente previsto, cessano con il venir meno delle situazioni che le hanno determinate.».

Articolo 14

1. Nel testo dell’art. 14, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «altresì» è preceduta e susseguita da una virgola ed è aggiunta la parola «motivata».

2. Nel testo dell’art. 14, § 1, lett. a), della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «soci» è aggiunta una virgola, le parole «dall’ all’» sono sostituite dalla parola «dall’» e dopo la parola «Integrale» il punto e virgola sostituisce il punto.

3. Il testo dell’art. 14, § 1, lett. b), della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«b) l’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria, qualora nello svolgimento dei propri compiti istituzionali, inclusi quelli di cui agli artt. 69 e 69 bis della Legge N. XVIII, venga a conoscenza di possibili coinvolgimenti, diretti o indiretti, dell’operatore economico, o, in caso di persona giuridica, dei soggetti aventi i poteri di amministrazione e/o gestione o altri ruoli rilevanti nell’organico dell’operatore economico, in fattispecie connesse al riciclaggio, finanziamento del terrorismo o della proliferazione di armi di distruzione di massa, e reati ad essi correlati;».

4. All’art. 14 della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la lett. b) sono aggiunte le lett. c) e d) del seguente tenore:

«c) l’Ufficio del Revisore Generale, quando, nello svolgimento delle proprie attività istituzionali, venga a conoscenza di fatti che potrebbero determinare il diniego dell’iscrizione o di fatti comportanti la cancellazione dall’Albo;

d) una Commissione appositamente costituita con provvedimento della Segreteria per l’Economia, le cui decisioni sono inappellabili, che in presenza di segnalazioni specifiche accerti fatti, eventi o situazioni che non siano compatibili con la Dottrina sociale della Chiesa o che mettano in dubbio la capacità del fornitore di soddisfare le esigenze di approvvigionamento.».

5. Il testo dell’art. 14, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 2. Ove si tratti di associazioni tra imprese o altre forme di collaborazione tra imprese, ivi incluso il caso di subappalto, i requisiti di cui al presente articolo e le cause di cui agli artt. 11, 12 e 13 devono essere verificati anche rispetto alle imprese partecipanti.».

Articolo 15

1. Alla rubrica del Titolo II della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminata la parola «INFORMATICO».

2. Il testo dell’art. 15, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 2. Le Autorità centralizzate sono, da una parte, (i) l’APSA relativamente alle Istituzioni curiali, agli Uffici della Curia Romana, alle Istituzioni collegate alla Santa Sede o che ad essa fanno riferimento e, dall’altra, (ii) il Governatorato relativamente alle sue articolazioni.»

3. Nell’art. 15 della NCP, del 1° giugno 2020, dopo il § 2 è aggiunto il nuovo § 3 del seguente tenore:

«§ 3. D’intesa con APSA e Governatorato, le Istituzioni curiali, gli Uffici della Curia Romana e le Istituzioni collegate alla Santa Sede o che ad essa fanno riferimento possono, previa autorizzazione della Segreteria per l’Economia, avvalersi del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano quale Autorità centralizzata.».

Articolo 16

1. Il testo dell’art. 16, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 2. Ciascun Ente decentralizzato può essere autorizzato dalla Segreteria per l’Economia a svolgere attività di acquisto in comune con uno o più Enti analogamente decentralizzati, presentando istanza motivata che dia evidenza di un legame giuridico o economico tra gli Enti coinvolti.».

2. Nell’art. 16 della NCP, del 1° giugno 2020, dopo il § 2 è aggiunto il nuovo § 3 del seguente tenore:

«§ 3. Su specifica richiesta delle Istituzioni curiali, degli Uffici della Curia Romana e delle Istituzioni collegate alla Santa Sede o che ad essa fanno riferimento, la Segreteria per l’Economia può autorizzare gli stessi, sentita l’APSA, a procedere in autonomia agli acquisti che non siano oggetto di contratti stipulati dalla stessa APSA.».

Articolo 17

1. Nel testo dell’art. 17, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminato il seguente riferimento «§1»,sono eliminate, altresì, le parole «Sono esclusi dall’applicazione dell’articolo 15» e sono aggiunte, infine, le seguenti «, possono procedere ad acquisti senza avvalersi della Committente di riferimento, previa autorizzazione della Commissione di Materie Riservate.».

2. L’art. 17, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è abrogato.

Articolo 18

1. Il testo dell’art. 18, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. La Segreteria per l’Economia, d’intesa con l’APSA, con procedimento congiunto con il Governatorato, con proprio provvedimento adotta e aggiorna periodicamente l’elenco dei prezzi e corrispettivi di riferimento nelle classi di specializzazione di cui all’art. 33 per i beni e servizi richiesti o effettivamente acquistati dagli Enti, nonché del costo del lavoro e delle tariffe dei professionisti.».

2. Il testo dell’art. 18, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 2. I prezzi e i corrispettivi di riferimento sono stabiliti ed aggiornati sulla base di criteri, meccanismi e modalità individuati in specifiche Linee guida definite dalla Segreteria per l’Economia congiuntamente con le Committenti, prendendo in considerazione i prezzi e i corrispettivi nei mercati in cui avviene in maniera prevalente o significativa l’approvvigionamento da parte degli Enti o quelli riconosciuti nei contratti stipulati dalle Committenti o sulla base di prezzari pubblici di riferimento.».

3. Nel testo dell’art. 18, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, è aggiunta la lettera «i» e la parola «pubblicati» è sostituita dalla seguente «adottati».

4. Nel testo dell’art. 18, § 3, lett. a), della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunte le parole «di acquisto» e sono eliminate, infine, le parole «nelle procedure selettive».

5. Nel testo dell’art. 18, § 3, lett. c), della NCP, del 1° giugno 2020, sono eliminate le parole «in sede di sua attuazione o di esecuzione dei contratti,» e sono aggiunte le parole «o del costo del lavoro o delle tariffe dei professionisti».

6. Il testo dell’art. 18, § 4, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 4. Qualora, ai fini del precedente § 3, sorga la necessità urgente di stabilire il prezzo o il corrispettivo di mercato di beni e servizi non inclusi nel provvedimento di cui al § 1, ovvero il costo del lavoro in un settore non rilevato nel medesimo atto, le Committenti, dando conto dei criteri oggettivi utilizzati nella determinazione del prezzo o del corrispettivo e delle fonti consultate, informano la Segreteria per l’Economia ai fini dell’aggiornamento dei prezzi e corrispettivi di riferimento.».

7. Il testo dell’art. 18, § 5, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 5. Per le rilevazioni di cui al presente articolo, la Segreteria per l’Economia, previo nulla osta della Segreteria di Stato ovvero per il tramite di questa, può stipulare accordi con organismi pubblici degli Stati nei quali operano o individuare, nelle modalità definite dalla presente normativa, un operatore economico inserito nell’Albo che svolga attività di rilevazione dei prezzi e dei corrispettivi di mercato per acquisire i dati.».

Articolo 19

1. Nel titolo dell’art. 19 della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «singolare» ed «acquisti» sono sostituite rispettivamente dalle seguenti «Singolare» ed «Acquisti».

2. Il testo dell’art. 19 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Entro il 31 ottobre di ogni anno, le Istituzioni curiali, gli Uffici della Curia Romana e le Istituzioni collegate alla Santa Sede o che ad essa fanno riferimento, ivi inclusi quelli che si avvalgono della deroga alla centralizzazione di cui al precedente art. 16, tutti individuati con provvedimento della Segreteria per l’Economia, presentano, nei termini e con le modalità da essa stabiliti, il proprio Piano Singolare degli Acquisti coerentemente con il bilancio preventivo.

§ 2. Il Governatorato regolamenta la pianificazione degli acquisti con proprio provvedimento, nell’ambito del più ampio contesto programmatico del bilancio di previsione, ai sensi dell’art. 13 della Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano del 13 maggio 2023.

§ 3. Il Piano Singolare predisposto dall’APSA e dal Governatorato, per quanto di competenza, riguarda solo i beni, i servizi, le opere e i lavori relativi all’espletamento delle proprie funzioni.

§ 4. Il Piano Singolare deve contenere, se disponibili, le seguenti informazioni:

a) tipologia, caratteristiche tecniche e classe di specializzazione di ciascuna tipologia di beni e servizi;

b) quantitativo complessivo stimato dei beni e dei servizi per ciascuna tipologia o classe di specializzazione e la natura annuale o pluriennale della fornitura;

c) la spesa stimata per ogni bene o servizio in base ai prezzi e corrispettivi di riferimento.

§ 5. È nella facoltà di ciascun Ente o Direzione rappresentare nel proprio Piano Singolare condizioni speciali quali:

a) particolari modalità di esecuzione delle prestazioni;

b) tempistiche nella ricezione dei beni e nell’esecuzione delle prestazioni;

c) la natura di eventuali contratti intuitu personae ovvero le ragioni e la documentazione comprovanti i motivi per i quali si richiede un operatore economico determinato;

d) nel caso di bandi preceduti da progetti, l’inerenza dei beni o dei servizi al progetto con allegazione dei relativi documenti progettuali.

§ 6. Il Piano Singolare è trasmesso all’APSA per l’elaborazione del Piano Generale e alla Segreteria per l’Economia ai fini dell’approvazione del bilancio preventivo. Nei soli casi di cui al § 3 dell’art. 15 che precede, il Piano Singolare è trasmesso anche al Governatorato.

§ 7. Gli Enti di cui al § 1 che non abbiano presentato il Piano Singolare non possono procedere agli acquisti e all’indizione di gare. In ogni caso, l’APSA dà comunicazione della mancata presentazione del Piano Singolare alla Segreteria per l’Economia per gli adempimenti di competenza.

§ 8. Per gli acquisti che per qualunque ragione non siano stati inclusi nel Piano Singolare, gli Enti di cui al § 1 possono inoltrare all’APSA la richiesta di indizione di una procedura di acquisto o di acquisto tramite catalogo, ferme restando le procedure e le preventive autorizzazioni della Segreteria per l'Economia vigenti in materia di bilancio preventivo.».

Articolo 20

1. Nel titolo dell’art. 20 della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «Piani generali» sono sostituite dalle seguenti «Piano Generale» e la parola «acquisti» è sostituita dalla parola «Acquisti».

2. Il testo dell’art. 20 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Entro il 31 dicembre di ogni anno, con proprio atto denominato Piano Generale degli Acquisti, l’APSA provvede alla razionalizzazione del fabbisogno dei beni e dei servizi di cui ai Piani Singolari ricevuti, raggruppandoli nelle seguenti categorie:

a) beni e servizi comuni;

b) beni e servizi singolari;

c) appalti d’opera o di lavori, distinguendoli fra quelli che, sentiti gli Enti interessati, possano essere convogliati in un’unica procedura di appalto, eventualmente organizzata per lotti funzionali, e quelli che richiedono un’autonoma procedura;

d) beni e servizi ad elevata standardizzazione aventi le caratteristiche di essere acquisiti mediante catalogo informatico ai sensi dell’art. 54.

§ 2. Il Piano Generale attribuisce a gruppi di beni e servizi suscettibili di essere acquisiti con una singola procedura una qualificazione di specializzazione coerente con quanto previsto dall’art. 33.

§ 3. Nel Piano Generale non sono inclusi gli acquisti degli Enti decentralizzati, salvo che:

a) le procedure da essi adottati riguardino solo determinate tipologie di acquisti, nel qual caso le restanti tipologie restano assoggettate per intero agli strumenti di programmazione e centralizzazione;

b) abbiano chiesto di poter procedere in maniera centralizzata, tramite l’APSA, a determinati acquisti.

§ 4. Le Committenti possono stipulare protocolli d’intesa per ricercare le migliori sinergie negli acquisti di comune interesse. Nella definizione del protocollo, anche quando preveda acquisti in comune mediante un’unica procedura, è coinvolta anche la Segreteria per l’Economia.

§ 5. Per lo Stato della Città del Vaticano il Piano Generale degli Acquisti coincide con il Bilancio Preventivo del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano che viene predisposto ed approvato con le modalità previste negli artt. 13 e 14 della Legge Fondamentale e nell’art. 29 della Legge N. CCLXXIV sul Governo dello Stato della Città del Vaticano.».

Articolo 21

1. Nel testo dell’art. 21, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminata la parola «informatico», sono aggiunte le parole «, avente scopo informativo,» e la parola «calendario» è sostituita dalla seguente «Calendario».

2. Nell’art. 21 della NCP, del 1° giugno 2020, dopo il § 1 è aggiunto il nuovo § 2 del seguente tenore:

«§ 2. Il Calendario degli acquisti degli Enti decentralizzati è pubblicato nell’Albo.».

Articolo 22

1. Nel testo dell’art. 22, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminata la parola «e» e sono aggiunte le parole «, anche a termine,» e «e dei professionisti esterni». Inoltre, al § 1, lett. b), della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «commissione» è sostituita dalla seguente «Commissione».

2. Nel testo dell’art. 22, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, sono eliminate le parole «nella commissione giudicatrice,».

Articolo 23

1. Il testo dell’art. 23, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. La Segreteria per l’Economia iscrive nell’Elenco i dipendenti, anche a termine, gli incaricati professionali temporanei e i professionisti esterni, dopo che una Commissione di valutazione all’uopo preposta ne abbia accertato accuratamente l’effettiva competenza e l’attitudine a svolgere gli incarichi per cui sono nominati.».

2. Il testo dell’art. 23, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 2. La Segreteria per l’Economia, sentiti l’APSA e il Governatorato, definisce i meccanismi di funzionamento dell’Elenco, nonché la suddivisione delle competenze tra la Segreteria per l’Economia e la Commissione di valutazione di cui al § 1.».

3. Nel testo dell’art. 23, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminato il seguente riferimento «§2».

Articolo 24

1. Nell’art. 24, § 1, lett. b), della NCP, del 1° giugno 2020, la lettera «e» è sostituita da una virgola, è aggiunta la parola «gli» e tra le parole «professionali» e «temporanei» è eliminata la congiunzione «e».

2. Nell’art. 24, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, la lett. c) è integralmente sostituita dalla seguente:

«c) abbia o abbia avuto, nei cinque anni precedenti, incarichi di qualunque genere da parte di un operatore economico che ha presentato un’offerta, ovvero sia o sia stato un dipendente dello stesso, ovvero abbia o abbia avuto con questi significative relazioni d’affari;».

3. Nel testo dell’art. 24, § 2, lett. e), della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunte, infine, le seguenti parole «o di Responsabile dell’esecuzione del contratto.».

4. Nell’art. 24 della NCP, del 1° giugno 2020, dopo il § 2 è inserito il nuovo § 3 del seguente tenore:

«§ 3. È dovere del dipendente, dell’incaricato professionale temporaneo e del professionista esterno dichiarare le situazioni dalle quali potrebbero comunque risultare compromesse o diminuite la propria imparzialità e indipendenza.».

Ne consegue che gli originari §§ 3 e 4 sono diventati rispettivamente i §§ 4 e 5.

5. Nell’art. 24 della NCP, del 1° giugno 2020, il § 4 è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 4. Il dipendente, l’incaricato professionale temporaneo e il professionista esterno, all’atto del conferimento del mandato amministrativo, deve rilasciare una dichiarazione redatta su modello predisposto dalla Segreteria per l’Economia circa l’insussistenza delle situazioni di incompatibilità. A tal fine, al dipendente, incaricato professionale temporaneo o professionista esterno è resa disponibile la documentazione amministrativa prodotta dall’operatore economico all’atto dell’iscrizione nell’Albo e successive integrazioni.».

6. Nell’art. 24, § 5,della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «commissione» è sostituita dalla parola «Commissione».

Articolo 25

1. Il testo dell’art. 25 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. La Committente, su designazione dell’Ente beneficiario, nomina per ogni procedura o più procedure un Responsabile del procedimento.

§ 2. Il Responsabile del procedimento svolge compiti istruttori e non è competente all’adozione di provvedimenti definitivi o alla stipula di contratti.

§ 3. Le attività del Responsabile del procedimento e dei soggetti che con questi collaborano hanno natura endoprocedimentale e si imputano esclusivamente all’Ente, che assume ogni responsabilità nei confronti degli operatori economici e di terzi. Restano ferme le disposizioni del Regolamento Generale della Curia Romana e del Codice di Diritto Canonico.

§ 4. Il nominativo del Responsabile del procedimento deve essere indicato in tutti gli atti e documenti adottati in relazione ad ogni singola procedura.».

Articolo 26

1. Alla rubrica del CAPO IV della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «Informatico» è sostituita dalla seguente «unico».

2. Nel titolo dell’art. 26 della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminata la parola «informatico».

3. Il testo dell’art. 26 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. È istituito l’Albo unico della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, suddiviso in due comparti:

a) dell’APSA, per gli operatori economici della Santa Sede, in conformità alle disposizioni della presente normativa;

b) del competente Ufficio del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, per gli operatori economici dello Stato della Città del Vaticano, in conformità alle disposizioni di cui alla Legge N. CCLXXIV sul Governo dello Stato della Città del Vaticano del 25 novembre 2018.

§ 2. Ogni comparto è suddiviso in due sezioni:

a) la Sezione degli annunci legali;

b) la Sezione degli operatori economici.

§ 3. La gestione amministrativa della Sezione degli annunci legali compete ai soggetti di cui al § 1, ciascuno per quanto di propria competenza; la Sezione degli operatori economici è gestita secondo quanto disciplinato dagli artt. 31 e ss.

§ 4. Ciascun gestore individua il proprio Responsabile dell’Albo ai sensi dell’art. 33, § 2, del Motu Proprio “La Cura Vigilantissima”. Le competenze e le funzioni del Responsabile dell’Albo non sono delegabili.

§ 5. Per la gestione dell’Albo si applicano, in quanto compatibili, i principi e le regole generali stabilite dal Motu Proprio “La Cura Vigilantissima”.».

Articolo 27

1. Il testo dell’art. 27, § 1, lett. a), b) e c), della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. La consultazione dell’Albo è consentita:

a) agli Enti per le aree pubbliche nella Sezione degli annunci legali e nella Sezione degli operatori economici e, su richiesta, per l’accesso all’area riservata agli operatori economici iscritti all’Albo;

b) a tutti gli operatori economici interessati alle aree pubbliche nella Sezione degli annunci legali e nella Sezione degli operatori economici;

c) agli operatori economici iscritti all’Albo, sia relativamente alla Sezione degli annunci legali per le procedure di acquisto riguardanti le classi di specializzazione per cui sono iscritti, sia relativamente alla Sezione degli operatori economici limitatamente al proprio fascicolo;».

Articolo 28

1. Il testo dell’art. 28, § 1,della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminato. Ne consegue che gli originari §§ 2 e 3 sono diventati rispettivamente i §§ 1 e 2.

Articolo 29

1. Nel titolo dell’art. 29 la parola «Sottosezioni» è sostituita dalla parola «Sezione».

2. Il testo dell’art. 29, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

Ǥ 1. Nella Sezione degli annunci legali sono pubblicati:

a) la documentazione di gara e ogni atto e documento che debba essere tenuto in considerazione dagli operatori economici ai fini della partecipazione ad una singola procedura, ivi incluse le istanze e i chiarimenti di qualunque genere, eventualmente presentati dagli altri offerenti e le relative risposte;

b) la normativa di riferimento, i provvedimenti che le danno attuazione, gli indirizzi e le linee guida;

c) gli atti dei procedimenti e le decisioni dell’Autorità Giudiziaria. Per gli atti difensivi e i documenti prodotti dalle parti, l’accesso è limitato alle sole parti del procedimento.».

3. I §§ 2, 3 e 4 dell’art. 29 della NCP, del 1° giugno 2020,sono abrogati.

Articolo 30

1. Nel testo dell’art. 30, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «economici» è eliminata una virgola.

2. Il testo dell’art. 30, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 3. Nell’Albo sono presenti aree pubbliche liberamente consultabili in cui sono pubblicati i moduli per la richiesta di iscrizione all’Albo, il Calendario degli acquisti, la normativa di riferimento e i provvedimenti che le danno attuazione, gli indirizzi e le linee guida, nonché la documentazione di gara relativa alla sola procedura selettiva pubblica di cui all’art. 36.».

3. L’art. 30, § 4,della NCP, del 1° giugno 2020, è abrogato.

Articolo 31

1. Il testo dell’art. 31 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. La Segreteria per l’Economia, con apposito provvedimento, predispone la modulistica per la domanda d’iscrizione all’Albo indicando, altresì, la documentazione necessaria alla dimostrazione del possesso dei requisiti richiesti per l’iscrizione.

§ 2. La Segreteria per l’Economia provvede all’iscrizione nell’Albo previa verifica dei requisiti in capo agli operatori economici e la comunica al Responsabile dell’Albo.

§ 3. Nella procedura selettiva pubblica di cui all’art. 37 le verifiche per l’iscrizione dell’aggiudicatario sono svolte dal Responsabile del procedimento, che ne comunica l’esito alla Segreteria per l’Economia trasmettendo la relativa documentazione. La Segreteria per l’Economia può eseguire controlli anche a campione su quanto trasmesso.

§ 4. L’autorizzazione dell’iscrizione all’Albo ha una durata di 5 anni e la permanenza dei requisiti per l’iscrizione è verificata periodicamente dalla Segreteria per l’Economia anche avvalendosi delle Autorità preposte della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano.

§ 5. L’iscrizione dovrà avvenire (i) entro 30 giorni dalla presentazione da parte del richiedente di tutta la documentazione prevista, oppure (ii) entro 5 giorni dalla comunicazione del Responsabile del procedimento di cui al § 3.

§ 6. Nel caso in cui si rendano necessari particolari approfondimenti, i termini di cui al paragrafo precedente possono essere prorogati dalla Segreteria per l’Economia per uguale durata.

§ 7. La Segreteria per l’Economia può procedere all’iscrizione con riserva, sulla base di autocertificazioni, assegnando un termine non superiore a 60 giorni per la consegna della documentazione corrispondente, ovvero per adempiere alle richieste formulate dalla stessa, nei casi di:

a) oggettiva difficoltà dell’operatore economico a produrre la documentazione richiesta;

b) mancanza temporanea dei requisiti per l’iscrizione;

c) particolare urgenza.

§ 8. Il fornitore si impegna a comunicare tempestivamente ogni variazione dei dati indicati nel corso del processo di iscrizione, consapevole che l’omessa, parziale o tardiva segnalazione potrebbe dar luogo alla cancellazione dall’Albo.

§ 9. Il contratto, sotto pena di invalidità, non può essere sottoscritto finché non sia intervenuta l’iscrizione dell’operatore economico nell’Albo.

§ 10. Contro il provvedimento di rigetto dell’iscrizione all’Albo è ammesso ricorso dinanzi all’Autorità Giudiziaria.».

Articolo 32

1. Il testo dell’art. 32, § 1, lett. a), della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«a) per partecipare alle procedure di acquisto riservate agli operatori economici che abbiano completato la procedura di iscrizione;».

2. Nel testo dell’art. 32, § 1, lett. b), della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «nelle gare pubbliche» sono sostituite dalle parole «con gli Enti».

Articolo 33

1. Nel titolo dell’art. 33 della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «Categorie» è sostituita dalla seguente «Classi».

2. Il testo dell’art. 33 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Gli operatori economici possono chiedere di essere iscritti all’Albo per una o più classi di specializzazione, tenuto conto:

a) dell’oggetto sociale ovvero di qualsiasi altra attestazione formale;

b) dell’attività effettivamente esercitata;

c) delle abilitazioni, autorizzazioni, licenze o altro provvedimento rilasciato da enti pubblici del Paese in cui sono stabiliti, che consentono di operare in determinati settori economici;

d) delle attestazioni dei clienti pubblici e privati che forniscano prova di avere operato in determinati settori economici ed avere determinati requisiti;

e) di ogni altro elemento che consenta di accertarne la presenza effettiva in un determinato mercato o area di attività.

§ 2. Le classi di specializzazione sono enumerate e aggiornate con provvedimento della Segreteria per l’Economia, sentite le Committenti.

§ 3. Gli operatori economici, qualora dimostrino di averne i requisiti, possono chiedere l’iscrizione in più classi di specializzazione. Viceversa, qualora un Ente accerti la mancanza dei requisiti per l’iscrizione in una o più classi di specializzazione, ne dà comunicazione alla Segreteria per l’Economia che, previa propria verifica e sentita la Committente di riferimento, ha la facoltà di procedere alla rimozione della classe di specializzazione in cui risultava iscritto l’operatore economico.

§ 4. Qualora per una o più classi di specializzazione non vi siano fornitori iscritti all’Albo o vi sia un numero di operatori economici inferiore a tre, l’APSA e il Governatorato, all’atto della pubblicazione del Calendario degli acquisti, provvedono a dare comunicazione agli Enti della necessità di reperire ulteriori operatori economici da iscrivere all’Albo e avviano in proprio le opportune ricerche di mercato.».

Articolo 34

1. Nel titolo dell’art. 34 della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunte le parole «e sospensione».

2. Il testo dell’art. 34 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Su istanza degli Enti o d’ufficio, i fornitori sono cancellati o sospesi dall’Albo con provvedimento della Segreteria per l’Economia, sentita la Committente di riferimento, qualora ricorra una delle ipotesi di cui agli artt. 11 e ss., nonché nei seguenti casi:

a) siano inadempienti in uno o più contratti pubblici, sempre che l’inadempimento abbia le caratteristiche di cui all’art. 1455 c.c.;

b) abbiano un basso rating di valutazione determinato ai sensi dell’art. 63 bis;

c) sopravvenga la perdita dei requisiti per l’iscrizione, ovvero ne sia accertata l’originaria insussistenza.

§ 2. Il provvedimento di cancellazione è disposto dalla Segreteria per l’Economia previa valutazione delle giustificazioni eventualmente presentate dal fornitore; detto provvedimento è, altresì, impugnabile dinanzi all’Autorità Giudiziaria entro 30 giorni dalla cancellazione stessa.

§ 3. Nelle ipotesi di cui al § 1, che abbiano carattere di minore gravità, la Segreteria per l’Economia può disporre la sospensione del fornitore dall’Albo al massimo per due anni.

§ 4. La cancellazione e la sospensione possono essere disposte anche limitatamente ad una classe di specializzazione qualora le cause che le hanno determinate riguardino solo il relativo ramo di attività.

§ 5. L’Ufficio del Revisore Generale, anche nell’ambito di quanto previsto dagli artt. 48 lettera d) e 59 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione e 30, commi 1 e 4, della Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale, al fine di esercitare un’adeguata verifica sulla veridicità delle dichiarazioni degli operatori economici e sull’autenticità della documentazione prodotta ai sensi dell’art. 2 § 2 lettera d) del proprio Statuto, su mandato e previo nulla osta della Segreteria di Stato, ovvero per il tramite di questa, può stipulare convenzioni con Enti pubblici degli Stati nei quali operano o sono comunque stabiliti un numero rilevante di operatori economici.

§ 6. La Segreteria per l’Economia, l’APSA e il Governatorato possono chiedere all’Ufficio del Revisore Generale di effettuare verifiche sulle attestazioni rese dagli operatori economici.».

Articolo 35

1. Nel testo dell’art. 35 della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «statuto», «paese» e «dalla presente Sezione» sono sostituite rispettivamente dalle seguenti «Statuto», «Paese» e «dal presente Capo» e sono aggiunte, infine, le parole «La Segreteria per l’Economia può, altresì, sottoporre all’attenzione del Consiglio per l’Economia ulteriori forme semplificate di qualificazione.».

Articolo 36

1. Nel testo dell’art. 36, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «selettiva» è aggiunto un punto.

2. Il testo dell’art. 36, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 2. L’aggiudicazione avviene mediante:

a) Procedura selettiva pubblica;

b) Procedura selettiva mediante Albo;

c) Procedura mediante Richiesta di Proposta;

d) Affidamento diretto.».

3. Nell’art. 36 della NCP, del 1° giugno 2020, dopo il § 2 sono aggiunti i §§ 3 e 4 del seguente tenore:

«§ 3. Ove sussistano oggettive ragioni di opportunità, i Regolamenti attuativi possono individuare limiti di valore differenti rispetto a quelli fissati dalla presente normativa.

§ 4. È vietato, sotto pena di nullità di tutti i contratti, il frazionamento delle prestazioni al fine di farle rientrare nelle soglie predefinite.».

Articolo 37

1. Dopo l’art. 36 della NCP, del 1° giugno 2020, è aggiunto l’articolo 36 bis del seguente tenore:

«Articolo 36 bis Criteri di selezione delle offerte

§ 1. Gli appalti sono aggiudicati secondo il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa e il sistema del massimo ribasso.

§ 2. Negli appalti aggiudicati con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa la valutazione delle offerte avviene in base alla comparazione ponderata delle offerte tecniche, funzionali ed economiche proposte dagli operatori economici, individuando quella che, sulla base di criteri oggettivi e predeterminati nella documentazione di gara, fornisce il miglior rapporto tra qualità, quantità e pregio tecnico, da un lato, e prezzo o costo, da un altro lato, esprimendo, altresì, un unico dato numerico idoneo a consentire di porre le offerte in una graduatoria.

§ 3. Gli elementi tecnici e funzionali suscettibili di valutazione separata e autonoma e il loro peso nell’attribuzione dei punteggi sono specificati nei documenti di gara, in accordo con le esigenze manifestate dagli Enti.

§ 4. Nei casi di aggiudicazione al massimo ribasso, ogni aspetto tecnico e funzionale è predeterminato dalla documentazione di gara e lo schema di contratto contiene ogni elemento di disciplina del rapporto con i fornitori. L’affidamento avviene al termine della competizione sulla sola componente economica, anche attraverso il meccanismo dei ribassi successivi, senza la nomina di una Commissione giudicatrice, all’operatore economico che si sia offerto di eseguire l’intera prestazione al prezzo più basso, purché lo stesso non risulti anomalo. I requisiti soggettivi dell’operatore economico non possono comportare valutazioni discrezionali.

§ 5. Gli oneri per la sicurezza non sono soggetti a ribasso economico.».

Articolo 38

1. Il testo dell’art. 37 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Nella procedura selettiva pubblica qualsiasi operatore economico interessato, anche non iscritto all’Albo, può presentare un’offerta. Il termine minimo per la ricezione delle offerte è di 30 giorni dalla data di pubblicazione del bando di gara nell’area pubblica dell’Albo, fatta salva la possibilità di stabilire un termine inferiore per ragioni debitamente motivate.

§ 2. Tutti gli operatori economici, in possesso dei requisiti indicati nella presente normativa nonché nei documenti di gara, possono presentare un’offerta secondo le modalità definite nei documenti di gara stessi.»

Articolo 39

1. Nel titolo dell’art. 38 della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminata la parola «informatico».

2. Nel testo dell’art. 38, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020,è eliminata la parola «informatico» e le parole «categoria» e «avviso» sono sostituite rispettivamente dalle seguenti «classe» e «bando».

3. Nel testo dell’art. 38, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «trenta» è sostituita dal numero «30», sono eliminate le parole «ragioni di urgenza» e sono aggiunte, infine, le seguenti parole «ragioni debitamente».

4. L’art. 38, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, è abrogato.

Articolo 40

1. Nel testo dell’art. 39, § 1, lett. d), della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «del» è sostituita dalla seguente «di».

2. Gli originari §§ 2 e 3 dell’art. 39 della NCP, del 1° giugno 2020, sono unificati nel testo del § 2.

3. Nell’art. 39 della NCP, del 1° giugno 2020, dopo il § 2 è aggiunto un nuovo § 3 del seguente tenore:

«§ 3. Le Committenti possono, con il consenso dell’Ente beneficiario, demandare allo stesso la predisposizione della documentazione di gara che, così delegato, procede secondo la presente normativa.».

Articolo 41

1. Nel testo dell’art. 40, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «gare» è sostituita dalla parola «procedure». Inoltre, nel testo dell’art. 40, § 1, lett. c), della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «merceologica» è sostituita dalle parole «di specializzazione».

Articolo 42

1. Il testo dell’art. 41, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. L’Ente beneficiario è responsabile della progettazione e individua uno o, se necessario in relazione alla complessità del progetto, più progettisti preferibilmente tra i propri dipendenti, purché iscritti nell’elenco di cui all’art. 22. L’attività di progettazione può essere svolta con il supporto delle Committenti, ciascuna per quanto di competenza, nonché con il supporto di appositi metodi informativi di ottimizzazione.».

2. Il testo dell’art. 41, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminato. Ne consegue che il § 3 diventa il § 2.

Articolo 43

1. Nel testo dell’art. 42, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «L’avviso» sono sostituite dalle seguenti «Il bando di gara».

Articolo 44

1. Dopo l’art. 42 della NCP, del 1° giugno 2020, è aggiunto l’articolo 42 bis del seguente tenore:

«Articolo 42 bis Procedura mediante Richiesta di Proposta

§ 1. Si può procedere mediante Richiesta di Proposta, senza necessità di predisporre la documentazione di gara di cui all’art. 39:

a) per importi uguali o inferiori a Euro 150.000,00;

b) nelle procedure finanziate con contributi o donazioni vincolate a specifici progetti, indipendentemente dal valore, previa autorizzazione della Segreteria per l’Economia o del Cardinale Presidente del Governatorato, per quanto di rispettiva competenza, nonché in conformità alla Legge N. XVIII dell’8 ottobre 2013, fatto salvo quanto previsto dal successivo art. 43, secondo quanto stabilito nei Regolamenti attuativi.

§ 2. La Committente, al fine di assicurare concorrenza e trasparenza, individua con criterio rotativo automatico o a mezzo di una manifestazione di interesse, almeno tre fornitori, fatte salve ulteriori previsioni stabilite nei Regolamenti attuativi, e li invita a presentare offerta. Il termine minimo per la ricezione delle offerte è di 15 giorni dalla data di richiesta.

§ 3. Tutti i fornitori invitati possono presentare un’offerta secondo le modalità definite nei documenti a corredo della Richiesta di Proposta.».

Articolo 45

1. Il testo dell’art. 43 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

Ǥ 1. Si procede ad affidamento diretto:

a) per procedure di importo uguale o inferiore agli Euro 50.000,00: la Committente può procedere con affidamento diretto a un fornitore con criterio rotativo automatico nel rispetto delle classi di specializzazione richieste e in funzione della loro idoneità professionale;

b) quando i beni e i servizi possono essere forniti soltanto da un determinato operatore economico per una delle seguenti ragioni:

i. l’oggetto della concessione è la creazione o l’acquisizione di un’opera d’arte o di una rappresentazione artistica unica;

ii. tutela dei diritti di proprietà intellettuale;

iii. titolarità dei diritti di esclusiva commerciale di distribuzione nel territorio di competenza;

c) ad un determinato operatore economico per assenza di concorrenza nei seguenti casi:

i. il monopolio di fatto;

ii. le apparecchiature e gli impianti già in uso presso l’Ente hanno caratteristiche che non ne consentono l’interoperabilità e l’intercambiabilità con altri sistemi e, in ragione di ciò, l’avvicendamento dell’operatore economico comporta la sostituzione delle predette apparecchiature e impianti, di modo che l’affidamento ad altri risulti impraticabile o eccessivamente oneroso per motivi economici o tecnici, avendo cura di valutare la reale infungibilità di apparecchiature e impianti;

iii. i contratti che hanno apportato significativi vantaggi economici all’Ente beneficiario e che nessun altro operatore economico è disponibile a sottoscrivere alle medesime condizioni;

d) quando trattasi di consulenze professionali o attività artigianali intuitu personae per le quali assumono rilevanza le competenze specifiche e il rapporto fiduciario tra i contraenti, ancorché inseriti in un organico aziendale.

§ 2. Le eccezioni di cui alle lettere b) e c) del paragrafo precedente si applicano unicamente qualora non esistano alternative o sostituti ragionevoli e l’assenza di concorrenza non sia il risultato di una limitazione artificiosa dei parametri di aggiudicazione.

§ 3. Le procedure di affidamento diretto di cui alle lettere a) e d) del § 1 dovranno comunque avvenire nel rispetto dei prezzi e corrispettivi di riferimento.».

Articolo 46

1. Nel testo dell’art. 44, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «delle offerte» sono sostituite dalle seguenti «dell’offerta».

2. Nel testo dell’art. 44, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, sono eliminate le parole «dell’offerta».

Articolo 47

1. L’art. 45 della NCP, del 1° giugno 2020, è abrogato.

Articolo 48

1. Nel titolo dell’art. 46della NCP, del 1° giugno 2020, sono eliminate le parole «nelle procedure selettive».

2. Il testo dell’art. 46 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Le Committenti avviano le procedure di affidamento, secondo le tempistiche stabilite nel Calendario degli acquisti, con l’apertura del fascicolo, dopo aver individuato la migliore metodologia di acquisto tra quelle consentite dalla presente normativa, ai sensi degli artt. 36 e 36 bis.

§ 2. Nella documentazione di gara le Committenti danno, altresì, chiara evidenza dei requisiti soggettivi degli offerenti e dei requisiti dell’offerta, secondo criteri predeterminati nei documenti di gara o comunque prestabiliti in documenti regolamentari.

§ 3. Ove sussistano ragioni di opportunità, la procedura di acquisto potrà essere preceduta da un’indagine di mercato o da una richiesta rivolta anche a fornitori non iscritti all’Albo di manifestare il proprio interesse a partecipare alla procedura stessa.».

Articolo 49

1. Nel titolo dell’art. 47 della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «Criteri» e «Selezione» sono sostituite rispettivamente dalle seguenti «Requisiti» e «selezione».

2. Il testo dell’art. 47 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«Il metodo di valutazione degli operatori economici, in ossequio al fine di cui all’art. 1, § 2, lett. c), della presente normativa, utilizza sistemi oggettivi e automatici predeterminati nei documenti di gara o in regolamenti attuativi che attribuiscano o sottraggano un determinato numero di punti al fornitore in relazione a valutazioni che tengano conto dell’idoneità professionale, della capacità economica e finanziaria e della capacità tecnica e professionale.».

Articolo 50

1. L’art. 48 della NCP, del 1° giugno 2020, è abrogato.

Articolo 51

1. Nell’art. 49, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020,le parole «Nel bando» sono sostituite dalle seguenti «Nella documentazione» e sono aggiunte, infine, le seguenti parole «, fermi i termini di cui agli artt. 37, 38 e 42 bis».

2. Il § 2 dell’art. 49 della NCP, del 1° giugno 2020, recepisce il contenuto del § 3, nel cui testo la parola «quarantotto» è sostituita dal numero «48».

Gli originari §§ 2 e 4 dell’art. 49 della NCP, del 1° giugno 2020, sono abrogati.

Articolo 52

1. Nell’art. 50, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, il riferimento normativo «I» è sostituito dal seguente «II».

2. Nel testo dell’art. 50, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «cinque» è eliminata una virgola.

3. Nell’art. 50, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminata la parola «Informatico».

4. I §§ 4 e 5 dell’art. 50 della NCP, del 1° giugno 2020, sono integralmente sostituiti dai seguenti:

«§ 4. La Commissione giudicatrice così costituita nomina un proprio Presidente il quale acquisisce le credenziali di accesso all’Albo ai fini della consultazione, anche da parte degli altri membri, delle offerte.

§ 5. Il Responsabile del procedimento, sentito il Presidente della Commissione, stabilisce il calendario delle sedute, salvo quanto diversamente disposto nei Regolamenti attuativi. Il calendario è pubblicato nell’Albo.».

5. Nell’art. 50 della NCP, del 1° giugno 2020, è aggiunto il nuovo § 6 del seguente tenore:

«§ 6. I lavori della Commissione giudicatrice si concludono nel termine di 30 giorni. Su richiesta motivata del Presidente della Commissione, il Responsabile del procedimento può ridurre o prorogare detto termine.».

Articolo 53

1. Nel titolo dell’art. 51 della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «delle offerte» sono sostituite dalle parole «dei plichi».

2. Il testo dell’art. 51, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

Ǥ 1. Nella prima seduta la Commissione giudicatrice:

a) verifica l’integrità dei plichi ricevuti, valutando i casi comportanti l’esclusione, e la documentazione amministrativa, attivando in detta ipotesi, se del caso, il soccorso istruttorio;

b) apre le offerte tecniche per accertarne il solo contenuto.».

Articolo 54

1. Il testo dell’art. 52, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. La Commissione giudicatrice procede alla valutazione delle offerte in sedute pubbliche o riservate secondo il calendario predefinito ai sensi dell’art. 50, § 5. Alle operazioni di valutazione possono partecipare solo i membri della Commissione giudicatrice.».

2. Nel testo dell’art. 52, § 2, lett. b), della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «il» è sostituita dalla seguente «un».

3. Nel testo dell’art. 52, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «punteggi» è anteposta alla parola «relativi» e dopo le parole «offerta» e «gara» è aggiunta rispettivamente una virgola.

4. Nel testo dell’art. 52, § 5, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «lettera» è sostituita dall’abbreviazione «lett.» e sono aggiunte le parole «giudicatrice» e «ove definiti,».

5. Nel testo dell’art. 52, § 6, della NCP, del 1° giugno 2020, è aggiunta la parola «giudicatrice».

6. Il testo dell’art. 52, § 7, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 7. La Commissione giudicatrice può sempre decidere di non procedere all’aggiudicazione qualora siano state presentate meno di tre offerte ovvero l’offerta risultata prima in graduatoria non abbia raggiunto le soglie minime di punteggio in relazione agli aspetti tecnici e funzionali indicati nella documentazione di gara.»

Articolo 55

1. Dopo l’art. 52 della NCP, del 1° giugno 2020, è aggiunto il nuovo articolo 52 bis del seguente tenore:

«Articolo 52 bis Procedure a competizione sulla sola componente economica

§ 1. Nelle procedure di affidamento di beni e servizi che adottano il sistema del massimo ribasso, il Responsabile del procedimento provvede all’apertura delle offerte in seduta pubblica.

§ 2. Nella medesima seduta convocata per l’apertura delle offerte, salvo che non si renda necessaria una seduta ulteriore per il soccorso istruttorio, il Responsabile del procedimento procede direttamente alla valutazione delle offerte e stila il verbale contenente la graduatoria con l’aggiudicazione provvisoria, riservandosi di verificare l’anomalia del prezzo offerto.

§ 3. L’appalto può essere aggiudicato solo in presenza di almeno tre offerte valide, salvo che la Committente, nel rispetto dei principi di economicità, proporzionalità e risultato, con provvedimento motivato decida di procedere all’aggiudicazione dell’appalto, dandone comunicazione, per quanto di competenza, alla Segreteria per l’Economia o all’Unità di Controllo e Ispezione del Governatorato.».

Articolo 56

1. L’art. 53 della NCP, del 1° giugno 2020, è abrogato.

Articolo 57

1. Nel titolo dell’art. 54 della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminata la parola «diretti».

2. Il testo dell’art. 54 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. I fornitori possono offrire beni e servizi ad un prezzo determinato mediante pubblicazione nell’Albo, a cura dell’APSA o del Governatorato, di un catalogo che indichi le caratteristiche tecniche di ogni singolo bene o servizio e il prezzo a cui è offerto. Il prezzo non può essere superiore ai prezzi e corrispettivi di riferimento.

§ 2. La pubblicazione del catalogo informatico è effettuata quando l’APSA e il Governatorato abbiano ricevuto almeno tre cataloghi che offrono gli stessi prodotti o prodotti analoghi.

§ 3. Successivamente alla pubblicazione, i fornitori restano liberi di modificare in ogni momento i prezzi cui i beni e i servizi sono offerti, a condizione che gli stessi siano previamente verificati dall’APSA o dal Governatorato. La pubblicazione del catalogo e i prezzi tempo per tempo pubblicati costituiscono offerta al pubblico ai sensi dell’art. 1336 c.c.

§ 4. I beni e i servizi da includere in un singolo catalogo e le relative caratteristiche tecniche sono individuati dall’APSA o dal Governatorato, ciascuno per quanto di competenza, nell’ambito delle classi di specializzazione.

§ 5. L’APSA e il Governatorato possono, altresì, pubblicare un solo catalogo, purché i beni e i servizi e le relative condizioni di fornitura siano state stabilite dall’APSA e Governatorato mediante un accordo quadro che rispetti i requisiti oggettivi e soggettivi per gli affidamenti di cui alla presente normativa.

§ 6. La richiesta di pubblicazione del catalogo implica accettazione da parte del fornitore delle condizioni pubblicate.

§ 7. Gli Enti, nel rispetto del proprio bilancio preventivo, possono acquistare mediante ordine diretto di acquisto all’operatore economico che in quel momento lo offra alle migliori condizioni.».

Articolo 58

1. Il testo dell’art. 55 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«All’esito della verifica sulla regolarità dell’intera procedura di acquisto e sui requisiti dell’aggiudicatario da parte del Responsabile del procedimento, la Committente adotta il provvedimento di aggiudicazione definitiva, ai fini della sua pubblicazione nell’Albo.».

Articolo 59

1. Il testo dell’art. 56, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. All’esito dell’aggiudicazione definitiva, la Committente provvede alla stesura del testo definitivo del contratto inserendo le condizioni tecniche ed economiche come risultanti dall’offerta o dalla documentazione di gara.».

2. Nel testo dell’art. 56, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «contratto» è aggiunta una virgola, le parole «dall’APSA o dal Governatorato» e «richiedente» sono sostituite rispettivamente dalle seguenti «dalla Committente,» e «beneficiario».

3. Nel testo dell’art. 56, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «costituisce» e «per il» sono sostituite rispettivamente dalle seguenti parole «costituiscono» e «del» e dopo la parola «Governatorato» è aggiunta una virgola.

4. Il testo dell’art. 56, § 4, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 4. Il contratto può essere stipulato non appena decorso il termine di 15 giorni dalla pubblicazione del provvedimento di aggiudicazione definitiva. Se prima dello spirare del termine venga proposta impugnazione, il contratto può essere stipulato solo previa autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria.».

5. Nel testo dell’art. 56, § 5, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «quindici» è sostituita dal numero «15».

6. L’art. 56, § 6, della NCP, del 1° giugno 2020, è abrogato.

Articolo 60

1. Nel titolo dell’art. 57 della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «Lavori di somma» sono sostituite dalla parola «Somma».

2. Il testo dell’art. 57 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. In casi di necessità ed urgenza e in quelli in cui ricorra un pericolo per l’incolumità pubblica o privata, l’Ente può disporre l’immediata esecuzione delle prestazioni.

§ 2. Costituiscono casi di necessità ed urgenza le situazioni nelle quali vi sia pericolo:

a) di danno grave ed irreparabile al patrimonio dell’Ente;

b) di interruzione delle attività istituzionali principali dell’Ente;

c) inabitabilità di un immobile concesso in locazione.

§ 3. L’affidamento è accompagnato dalla redazione di un verbale, in cui sono indicati i motivi dello stato di urgenza, le cause che lo hanno provocato, quanto necessario per rimuoverlo e la durata presumibile delle attività.

§ 4. Il corrispettivo delle prestazioni è definito consensualmente con l’affidatario; in difetto di preventivo accordo l’Ente può ingiungere all’affidatario l’esecuzione delle prestazioni stesse sulla base di prezzi definiti nei prezzari ufficiali di riferimento, ridotti del 10 per cento.

§ 5. L’Ente che ha affidato le prestazioni compila entro 10 giorni dalla redazione del verbale di cui al § 3 una perizia giustificativa delle stesse e la trasmette, unitamente al verbale di somma urgenza, all’APSA o al Governatorato, che provvede alla copertura della spesa. La perizia, unitamente al verbale, è trasmessa, altresì, alla Segreteria per l’Economia o al Cardinale Presidente del Governatorato, per quanto di competenza, ai fini dell’approvazione.

§ 6. Qualora un bene o servizio affidato per motivi di somma urgenza non riporti l’approvazione, la relativa fornitura o esecuzione è sospesa immediatamente e si procede, previa messa in sicurezza del cantiere, alla liquidazione dei corrispettivi dovuti per la parte realizzata.».

Articolo 61

1. Il testo dell’art. 58 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Gli acquisti di modico valore sono ammessi nei limiti previsti dall’apposita voce di spesa del Piano Singolare degli Acquisti di cui al precedente art. 19.

§ 2. Gli acquisti di modico valore possono essere eseguiti senza formalità fino all’importo massimo di Euro 1.000 per singolo acquisto e con un massimale complessivo annuo di Euro 10.000. Ove sussistano oggettive ragioni di opportunità, in sede di approvazione del bilancio preventivo possono essere fissati importi maggiori o minori.

§ 3. Agli acquisti di modico valore può procedere direttamente l’Ente, tenendo presente il proprio bilancio preventivo, senza necessità di avvalersi dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica o del Governatorato, a meno che beni e servizi siano oggetto di un accordo quadro già stipulato o inclusi in un catalogo informatico.

§ 4. Per gli acquisti di modico valore non è necessaria l’iscrizione all’Albo dell’operatore economico.

§ 5. In ragione della struttura degli Enti, i Regolamenti attuativi possono individuare limiti di valore differenti rispetto a quelli indicati nel § 2 e stabilire i casi in cui si renda necessaria l’iscrizione all’Albo dell’operatore economico.».

Articolo 62

1. Nel testo dell’art. 59, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminata la parola «pubblici» e sono aggiunte, infine, le seguenti parole «di cui alla presente normativa.».

Articolo 63

1. Nel testo dell’art. 60, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «ultra-quinquennali» è eliminata una virgola.

Articolo 64

1. Nel testo dell’art. 61 della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminato il seguente riferimento «§1».

Articolo 65

1. Il testo dell’art. 62 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. L’Ente beneficiario designa per ogni contratto un Responsabile dell’esecuzione del contratto scelto tra i propri dipendenti.

§ 2. Il Responsabile dell’esecuzione del contratto assicura la regolarità delle prestazioni e verifica l’esatto adempimento delle obbligazioni contrattuali.

§ 3. Il Responsabile dell’esecuzione del contratto non può identificarsi con il Responsabile del procedimento, cui riferisce, né con un membro di Commissione giudicatrice.».

Articolo 66

1. Nel testo dell’art. 63, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «il» è sostituita dalle seguenti «All’esito dell’attività svolta ai sensi del § 2 dell’articolo che precede, il».

2. Nell’art. 63 della NCP, del 1° giugno 2020, è inserito un nuovo § 2 del seguente tenore:

«§ 2. Il rilascio del certificato di regolare esecuzione non pregiudica la facoltà dell’Ente di contestare nei termini di legge i vizi occulti o quelli che, comunque denominati, si manifestino successivamente al suo rilascio, quelli che non siano stati rilevati per dolo dal Responsabile dell’esecuzione del contratto o che siano stati taciuti in malafede dal fornitore. L’emissione del certificato non libera il fornitore dalle garanzie eventualmente prestate per tali vizi se non quando siano trascorsi i termini previsti dalle garanzie medesime e non lo libera, altresì, dal risarcimento dei danni per la scoperta di vizi occulti.».

Ne consegue che i §§ 2, 3 e 4 sono diventati rispettivamente i §§ 3, 4 e 5.

3. Gli originari §§ 5 e 6 dell’art. 63 della NCP, del 1° giugno 2020, sono abrogati.

Articolo 67

1. Dopo l’art. 63 della NCP, del 1° giugno 2020, è aggiunto il nuovo articolo 63 bis del seguente tenore:

«Articolo 63 bis Valutazione dei fornitori

§ 1. La Segreteria per l’Economia, previo confronto con le Committenti, disciplina con proprio provvedimento il sistema di valutazione dei fornitori.

§ 2. Il metodo di valutazione deve utilizzare sistemi oggettivi, che attribuiscano un determinato rating al fornitore, in relazione alla condotta tenuta nel corso di una procedura di acquisto e/o durante l’esecuzione del contratto.

§ 3. Il rating attribuito a ciascun fornitore è utilizzabile quale elemento di valutazione anche ai fini di un’eventuale sospensione o cancellazione dall’Albo. Analogamente, il rating può attribuire un punteggio premiante.».

Articolo 68

1. Nell’art. 64, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, la lettera «e» è sostituita dalla lettera «o» e sono aggiunte le parole «e dal Governatorato per quanto di competenza».

2. Il testo dell’art. 64, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminato. Nell’art. 64 della NCP, del 1° giugno 2020, sono inseriti i nuovi §§ 2, 3 e 4 del seguente tenore:

«§ 2. Il rinnovo dei contratti non è ammesso. Tutti i contratti ad esecuzione continuata o periodica possono prevedere una clausola di opzione per l’estensione di un anno alle medesime condizioni, a favore dell’Ente beneficiario che lo ha sottoscritto, da esercitarsi nel caso di mancata aggiudicazione della procedura bandita e la mancata aggiudicazione determini un grave impedimento all’ordinaria attività dell’Ente.

§ 3. La proroga è consentita i) al massimo per un anno nel solo caso in cui l’Ente beneficiario abbia palesato la propria esigenza alla Committente di riferimento ma non sia stata ancora avviata la relativa procedura ai sensi dell’art. 46 ovvero ii) per il tempo strettamente necessario all’individuazione di un nuovo contraente nel caso in cui la relativa procedura, pur avviata, non sia ancora stata aggiudicata.

§ 4. Nelle ipotesi di cui ai §§ 2 e 3 il contraente è tenuto all’esecuzione delle prestazioni previste nel contratto alle medesime condizioni o a condizioni più favorevoli.».

Ne consegue che i §§ 3 e 4 diventano rispettivamente i §§ 5 e 6;

3. Nel testo dell’art. 64, § 6, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «paragrafo» è sostituita dal segno grafico «§».

Articolo 69

1. Il testo dell’art. 65 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. Salvi i casi espressamente previsti dalla presente normativa e dai Regolamenti attuativi, tutti i contratti, una volta stipulati, non possono essere modificati, prorogati, ampliati, ristretti, trasferiti o ceduti, nemmeno con il consenso di tutte le parti, né le obbligazioni da esso derivanti, ivi inclusi i crediti, possono essere oggetto di novazione oggettiva o soggettiva, cessione o trasferimento a qualunque titolo o di qualunque altro negozio che comporti la modificazione o l’alterazione delle parti o degli effetti del contratto.

§ 2. Le modifiche del contratto, nonché le varianti in corso d’opera, devono essere autorizzate sulla base dei parametri oggettivi individuati nei Regolamenti attuativi.

§ 3. Le modifiche, le proroghe e le varianti sono pubblicate nell’Albo.».

Articolo 70

1. Il testo dell’art. 66 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. La documentazione di gara può prevedere la revisione dei prezzi solo sulla base di criteri oggettivi ed in base a clausole chiare, precise e inequivocabili contenute nello schema di contratto.

§ 2. La variazione non ha effetto sulle prestazioni già eseguite al momento in cui la stessa sia stata rilevata o sia stato richiesto di rilevarla.

§ 3. Non può mai prevedersi la revisione dei prezzi ove l’impegno del fornitore a tenere ferma la propria proposta sia stata oggetto di valutazione in sede di aggiudicazione dell’offerta.».

Articolo 71

1. Dopo l’art. 66 della NCP, del 1° giugno 2020, è aggiunto il nuovo articolo 66 bis del seguente tenore:

«Articolo 66 bis Risoluzione

«§ 1. Le Committenti possono risolvere un contratto di appalto al verificarsi di una o più delle seguenti condizioni:

a) modifica sostanziale del contratto, che richiede una nuova procedura di acquisto;

b) l'appalto non avrebbe dovuto essere aggiudicato in considerazione di una grave violazione degli obblighi derivanti dai trattati e dagli accordi di cui la Santa Sede sia parte;

c) grave inadempimento delle obbligazioni contrattuali da parte dell'aggiudicatario, tale da compromettere la buona riuscita delle prestazioni.

§ 2. Le Committenti risolvono un contratto di appalto nei casi di produzione da parte del fornitore di falsa documentazione o dichiarazioni mendaci, ovvero intervenga nei suoi confronti sentenza di condanna passata in giudicato per i reati di cui all’art. 12, § 1.

§ 3. In tutti i casi di risoluzione del contratto l'aggiudicatario ha diritto soltanto al pagamento delle prestazioni relative ai lavori, servizi o forniture regolarmente eseguiti, previa decurtazione degli oneri aggiuntivi derivanti dallo scioglimento del contratto.».

Articolo 72

1. Il testo dell’art. 67 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«In caso di recesso della Committente, la stessa effettua il pagamento delle prestazioni ricevute, nonché dei materiali utili esistenti in cantiere nel caso di lavori o in magazzino nel caso di servizi o forniture, oltre al decimo dell’importo dei lavori, dei servizi o delle forniture non eseguiti a titolo di indennizzo.».

Articolo 73

1. Nel testo dell’art. 68, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «Enti» è aggiunta una virgola.

Articolo 74

1. Nel testo dell’art. 69, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «singolare» è sostituita dalla seguente «Singolare».

2. Nel testo dell’art. 69, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «generale» è sostituita dalla seguente «Generale».

3. Nel testo dell’art. 69, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «generale» è sostituita dalla seguente «Generale».

Articolo 75

1. Nel testo dell’art. 70, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «nel proprio Piano singolare» sono sostituite dalle parole «in sede di determinazione del bilancio preventivo».

2. Nel testo dell’art. 70, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunte le parole «gli stessi».

Articolo 76

1. Nel testo dell’art. 71, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «dove» è sostituita dalle seguenti «in cui».

Articolo 77

1. Il testo dell’art. 72, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 1. I soggetti terzi che intervengono nelle procedure immobiliari di cui al presente Capo devono essere valutati sulla base di quanto disposto dal Titolo I, Capo III della presente normativa.».

2. Il testo dell’art. 72, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 3. Le operazioni di natura straordinaria di acquisto o cessione di immobili sono autorizzate ai sensi della normativa vigente in materia.».

Articolo 78

1. Nel testo dell’art. 73, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «oggetto» è eliminata la virgola, prima della parola «provvedimenti» è aggiunta la parola «i» e dopo la parola «bandi» la virgola sostituisce il punto e virgola.

2. Nell’art. 73 della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunti i §§ 2 e 3 aventi il seguente tenore:

«§ 2. Gli operatori economici che abbiano un interesse diretto, attuale e concreto possono promuovere impugnazione avverso i provvedimenti amministrativi definitivi, a pena di decadenza, nel termine di 30 giorni dalla pubblicazione degli stessi nell’Albo o dalla comunicazione.

§ 3. Non sono autonomamente impugnabili gli atti endoprocedimentali e i provvedimenti amministrativi generali aventi natura normativa.».

Articolo 79

1. Nel testo dell’art. 74, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, sono eliminate le parole «ai casi di cui all’articolo che precede o inerenti» ,le parole «potrà» e «d’innanzi» sono sostituite rispettivamente dalle parole «potranno» e «dinanzi» e dopo le parole «Enti» e «contratto» è aggiunta rispettivamente una virgola.

2. Nel testo dell’art. 74, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «dal Governatorato o dall’APSA» sono sostituite dalle parole «dalla Committente» e le parole «dal Presidente dell’Autorità Giudiziaria competente» sono sostituite dalle seguenti «di comune accordo tra le parti».

3. Il testo dell’art. 74, § 5, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminato. Ne consegue che i §§ 6, 7 e 8 sono diventati rispettivamente i §§ 5, 6 e 7.

4. Nel testo dell’art. 74, § 7, della NCP, del 1° giugno 2020, sono eliminate le parole «perché venga decisa secondo equità».

Articolo 80

1. Nel testo dell’art. 75 della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «procedure» è aggiunta una virgola.

Articolo 81

1. Nel testo dell’art. 76, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, sono eliminate le parole «o dell’esecuzione dell’investimento».

2. Nel testo dell’art. 76, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo le parole «procedimento» e «contratto» è aggiunta rispettivamente una virgola.

3. Nel testo dell’art. 76, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminata la parola «medesimo».

Articolo 82

1. Nel testo dell’art. 77, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, è eliminata la parola «informatico» e le parole «dalla Segreteria per l’Economia» sono sostituite dalle seguenti «dagli Organismi di vigilanza e di controllo».

2. Nel testo dell’art. 77, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «uffici» è sostituita dalla parola «Organismi».

3. Nel testo dell’art. 77, § 4, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «informazione finanziaria» sono sostituite dalle parole «Supervisione e Informazione Finanziaria» e la parola «paragrafo» è sostituita dal segno grafico «§».

Articolo 83

1. Nel testo dell’art. 78, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «la Direzione dell’Economia» sono sostituite dalle seguenti «l’Unità di Controllo e Ispezione,» e dopo le parole «Legge N. CCLXXIV» è aggiunta una virgola.

2. I §§ 2 e 3 dell’art. 78 della NCP, del 1° giugno 2020, sono integralmente sostituiti dal seguente:

«§ 2. Le rilevazioni di cui al precedente paragrafo sono incluse in una relazione annuale presentata al Consiglio per l’Economia e trasmessa per conoscenza all’Ufficio del Revisore Generale.».

Articolo 84

1. Nel testo dell’art. 79, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunte, infine, le seguenti parole «, nel qual caso trasmettendola alla Segreteria per l’Economia o all’Unità di Controllo ed Ispezione, per il Governatorato.».

2. Il testo dell’art. 79, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«§ 3. Qualora, nell’ambito delle valutazioni di cui ai paragrafi precedenti emergano una notizia di reato o ragioni per sospettare che fondi, beni, attività, iniziative o transazioni economiche siano connessi o riconducibili ad attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo, l’Ufficio del Revisore Generale invia un rapporto rispettivamente all’Autorità Giudiziaria dello Stato della Città del Vaticano o all’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria.».

3. Nel testo dell’art. 79, § 4, della NCP, del 1° giugno 2020, dopo la parola «Revisore» è aggiunta una virgola, la parola «od» è sostituita dalla lettera «o» e la parola «e» è sostituita da una virgola.

Articolo 85

1. Il titolo ed il testo dell’art. 80 della NCP, del 1° giugno 2020, sono integralmente sostituiti come segue:

«Contratti in corso di esecuzione e procedure pendenti

§ 1. I rapporti contrattuali in essere al momento dell’entrata in vigore della presente normativa vincolano le parti fino alla loro scadenza naturale.

§ 2. Le procedure di affidamento e di qualificazione degli operatori economici avviate prima dell’entrata in vigore della presente normativa sono concluse in base alla previgente disciplina.».

Articolo 86

1. Nel testo dell’art. 81, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunte, infine, le seguenti parole «e nel rispetto della Legge N. LXXI sulle fonti del diritto, del 1° ottobre 2008».

2. Nel testo dell’art. 81, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, sono aggiunte le seguenti parole «, previo esperimento del tentativo di conciliazione della controversia di cui all’art. 74.».

Articolo 87

1. Nel testo dell’art. 82, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «afferenti allo Stato della Città del Vaticano» sono sostituite dalle parole «di cui all’art. 15, § 3,».

Articolo 88

1. Nel testo dell’art. 83, § 1, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «regolamento» e «tre» sono sostituite rispettivamente dalla parola «Regolamento» e dal numero «6».

2. Nel testo dell’art. 83, § 2, della NCP, del 1° giugno 2020, le parole «agli artt. 3 e 4» sono sostituite dalle parole «all’art. 11, § 1,».

3. Nel testo dell’art. 83, § 3, della NCP, del 1° giugno 2020, la parola «gli» è sostituita dalla parola «degli», dopo la parola «normativa» è eliminata una virgola e nel seguito sono eliminate le parole «dello Stato della Città del Vaticano».

Articolo 89

1. Il testo dell’art. 84 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«L’APSA e il Governatorato identificano la propria piattaforma informatica e i relativi servizi digitali, salvaguardando l’adozione di adeguate misure tecniche e organizzative a presidio della sicurezza informatica in conformità alla normativa vigente.».

Articolo 90

1. Il testo dell’art. 85 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

Ǥ 1. Tutti gli atti e i documenti relativi alle procedure di affidamento e di qualificazione degli operatori economici disciplinate dalla presente normativa sono redatti in lingua italiana.

§ 2. La documentazione redatta in una lingua diversa da quella indicata nel paragrafo precedente deve essere debitamente tradotta in italiano; la traduzione così pervenuta farà fede fino a querela di falso.».

Articolo 91

1. Il testo dell’art. 86 della NCP, del 1° giugno 2020, è integralmente sostituito dal seguente:

«La Segreteria per l’Economia, previa adeguata consultazione, adotta il proprio Regolamento di attuazione in materia di appalti per le Istituzioni curiali, gli Uffici della Curia Romana, le Istituzioni collegate alla Santa Sede o che ad essa fanno riferimento.».

 

TUTELA GIURISDIZIONALE IN MATERIA
DI TRASPARENZA, CONTROLLO E CONCORRENZA
DEI CONTRATTI PUBBLICI
PER LA SANTA SEDE E DELLO STATO CITTÀ DEL VATICANO

Articolo 1

1. Nel testo dell’art. 1, § 1, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, è aggiunta la parola «di».

Articolo 2

1. Nel testo dell’art. 2, § 1, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, è aggiunta la parola «di».

Articolo 3

1. Nel testo dell’art. 3, § 2, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, la parola «cancelleria» è sostituita dalla parola «Cancelleria».

2. Nel testo dell’art. 3, § 3, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, la parola «paragrafo» è sostituita dal segno grafico «§».

3. Nel testo dell’art. 3, § 4, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, la parola «paragrafo» è sostituita dal segno grafico «§».

Articolo 4

1. Nel testo dell’art. 6, § 2, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, le parole «dieci» e «tre» sono sostituite rispettivamente dai numeri «10» e «3».

Articolo 5

1. Nel testo dell’art. 7, § 2, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, le parole «quindici» e «cancelleria» sono sostituite rispettivamente dal numero «15» e dalla parola «Cancelleria».

2. Nel testo dell’art. 7, § 4, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, sono aggiunte le parole «e di controllo».

Articolo 6

1. Nel testo dell’art. 8, § 1, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, la parola «venti» è sostituita dal numero «20».

2. Nel testo dell’art. 8, § 2, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, la parola «dieci» è sostituita dal numero «10».

3. Nel testo dell’art. 8, § 3, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, la parola «cancelleria» è sostituita dalla seguente «Cancelleria».

Articolo 7

1. Nel testo dell’art. 12, § 1, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, la parola «Vigilanza» è sostituita dalle parole «vigilanza e di controllo».

2. Nel testo dell’art. 12, § 3, della Tutela Giurisdizionale in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici per la Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, del 1° giugno 2020, la parola «Organi» è sostituita dalla parola «Organismi» ed è aggiunta la parola «di».
 

Dispongo che l’originale del presente Motu Proprio sia promulgato mediante la pubblicazione sul sito internet de L’Osservatore Romano, entrando in vigore il giorno seguente, e che venga successivamente pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 27 novembre 2023, undicesimo del Pontificato.

FRANCESCO

Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio circa i limiti e le modalità dell'ordinaria amministrazione (16 gennaio 2024)

Mar, 16/01/2024 - 12:00

I limiti e le modalità (finis et modus) dell’ordinaria amministrazione rappresentano un criterio oggettivo di applicazione del principio di sussidiarietà nella gestione dei beni temporali della Sede Apostolica. Tale principio, da una parte, garantisce una sana autonomia degli Enti da Essa vigilati, che devono agire con la “diligenza di un buon padre di famiglia” (can. 1284 §1 C.I.C.) e, dall’altra, consente alle Autorità preposte al controllo e alla vigilanza di adempiere le proprie funzioni istituzionali.

Considerata la necessità di meglio determinare i menzionati limiti e le modalità, promuovendo la flessibilità, la dinamicità e una trasparente efficienza nel disbrigo delle funzioni delle Istituzioni curiali, degli Uffici della Curia Romana, delle Istituzioni collegate con la Santa Sede o che fanno riferimento ad Essa, indicati nell’elenco allegato allo Statuto del Consiglio per l’Economia, limitatamente alle attività amministrative e finanziarie di detti Enti, stabilisco che sia da osservarsi quanto segue:

Art. 1

In conformità con quanto disposto all’art. 208 della Cost. Ap. Praedicate Evangelium, per quanto riguarda il criterio del valore per determinare quali atti realizzati dagli Enti da esso vigilati richiedano ad validitatem, l’approvazione del Prefetto della Segreteria per l’Economia, il Consiglio per l’Economia stabilisce detto criterio in maniera proporzionata alla capacità finanziaria degli Enti. Ciò considerato, in riferimento al succitato valore si stabilisce che detta approvazione va richiesta quando l’atto supera il 2% della cifra risultante dalla media calcolata sul totale dei costi dell’Ente richiedente così come esso risulta dai bilanci consuntivi approvati relativi agli ultimi tre anni. In ogni caso per gli atti il cui valore è inferiore a € 150.000,00 non si richiede approvazione.

Art. 2

§ 1. La procedura di approvazione ad validitatem degli atti di straordinaria amministrazione deve essere conclusa entro trenta giorni dalla notifica dell’istanza. In assenza di richieste di integrazione istruttoria o documentale, la mancata risposta entro tale termine equivale a provvedimento di accoglimento dell’istanza.

§ 2. In ogni caso, detta procedura deve concludersi entro e non oltre quaranta giorni.

Art. 3

§ 1. Contro i provvedimenti della Segreteria per l’Economia, l’Ente, qualora intenda impugnarli, deve presentare alla medesima, entro il termine perentorio di quindici giorni dalla notifica, la richiesta della revoca o della modifica del provvedimento esponendone i motivi.

§ 2. A norma di diritto, l’Ente ha comunque facoltà di ricorrere al Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

Tutto ciò che ho deliberato con questa Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio, ordino che sia osservato in tutte le sue parti, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare menzione, e stabilisco che venga promulgato mediante pubblicazione sul quotidiano L’Osservatore Romano, entrando in vigore il giorno della pubblicazione e quindi inserito nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis.

Dal Vaticano, il 16 gennaio dell’anno 2024, undicesimo di Pontificato

FRANCESCO

 

Messaggio del Santo Padre al World Economic Forum 2024 (15 gennaio 2024)

Lun, 15/01/2024 - 11:00

Al Presidente esecutivo del Forum economico mondiale

L’incontro del Forum economico mondiale di quest’anno si svolge in un clima molto preoccupante di instabilità internazionale. Il vostro Forum, volto a guidare e a rafforzare la volontà politica e la mutua cooperazione, offre un’imp ortante occasione per l’imp egno multipartecipativo a esplorare modi innovativi ed efficaci per costruire un mondo migliore. È mia speranza che i vostri dibattiti tengano conto dell’urgente bisogno di promuovere la coesione sociale, la fratellanza e la riconciliazione tra gruppi, comunità e Stati, al fine di far fronte alle sfide che abbiamo dinnanzi.

Purtroppo, quando ci guardiamo intorno vediamo un mondo sempre più lacerato, dove milioni di persone — uomini, donne, padri, madri, bambini —, i cui volti in gran parte non conosciamo, continuano a soffrire, non ultimo per gli effetti di conflitti prolungati e guerre presenti. Tali sofferenze sono esacerbate dal fatto che «le guerre moderne non si svolgono più solo su campi di battaglia delimitati, né riguardano solamente i soldati. In un contesto in cui sembra non essere osservato più il discernimento tra obiettivi militari e civili, non c’è conflitto che non finisca in qualche modo per colpire indiscriminatamente la popolazione civile» (Discorso ai Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 8 gennaio 2024).

La pace a cui anelano i popoli del nostro mondo non può essere altro che il frutto della giustizia (cfr. Isaia 32, 17). Pertanto, esige qualcosa di più che il semplice mettere da parte gli strumenti di guerra; esige che si affrontino le ingiustizie che sono le cause alla radice del conflitto. Tra quelle più importanti c’è la fame, che continua ad affliggere intere regioni del mondo, mentre altre sono segnate da uno spreco eccessivo di cibo. Lo sfruttamento delle risorse naturali continua ad arricchire pochi, lasciando intere popolazioni, che sono le beneficiarie naturali di tali risorse, in uno stato di indigenza e povertà. Né possiamo ignorare il diffuso sfruttamento di uomini, donne e bambini costretti a lavorare per salari bassi e privati di prospettive reali di progresso personale e di crescita professionale. Com’è possibile che nel mondo attuale ci siano ancora persone che muoiono di fame, sfruttate, condannate all’analfabetismo, prive di assistenza sanitaria di base e lasciate senza un riparo?

Il processo di globalizzazione, che ormai ha dimostrato con chiarezza l’interdip endenza delle nazioni e dei popoli del mondo, ha pertanto una dimensione fondamentalmente morale, che deve farsi sentire nei dibattiti economici, culturali, politici e religiosi volti a modellare il futuro della comunità internazionale. In un mondo sempre più minacciato dalla violenza, dall’aggressione e dalla frammentazione, è essenziale che Stati e imprese si uniscano nel promuovere modelli di globalizzazione lungimiranti ed eticamente sani, che per loro stessa natura devono comportare la subordinazione della ricerca di potere e di guadagno individuale, sia esso politico o economico, al bene comune della nostra famiglia umana, dando priorità ai poveri, ai bisognosi e a quanti si trovano in situazioni di maggiore vulnerabilità.

Da parte sua, il mondo degli affari e della finanza ora opera in contesti ancora più ampi, dove gli Stati nazionali hanno una capacità limitata di controllare cambiamenti rapidi nelle relazioni economiche e finanziarie internazionali. La situazione esige che le imprese stesse siano sempre più guidate non semplicemente dalla ricerca di un giusto profitto, ma anche da standard etici elevati, in particolare per quanto riguarda i Paesi meno sviluppati, che non dovrebbero essere alla mercé di sistemi finanziari ingiusti o usurari. Un approccio lungimirante a tali questioni si dimostrerà decisivo per raggiungere l’obiettivo di uno sviluppo integrale dell’umanità nella solidarietà. Lo sviluppo autentico deve essere globale, condiviso da tutte le nazioni e in ogni parte del mondo, oppure regredirà anche in zone finora caratterizzate da un progresso costante.

Al tempo stesso c’è un bisogno evidente di un’azione politica internazionale che, attraverso l’adozione di misure coordinate, possa perseguire in modo efficace gli obiettivi della pace globale e dello sviluppo autentico. In particolare, è importante che le strutture intergovernative possano svolgere con efficacia le loro funzioni di controllo e guida nel settore economico, poiché il conseguimento del bene comune è un obiettivo al di là della portata dei singoli Stati, pure di quelli che sono dominanti in termini di potere, ricchezza e forza politica. Anche le organizzazioni internazionali sono sfidate ad assicurare il raggiungimento di quell’uguaglianza che è la base del diritto di tutti a partecipare al processo di pieno sviluppo, con il dovuto rispetto delle legittime differenze.

Confido pertanto che i partecipanti al Forum di quest’anno siano consapevoli della responsabilità morale di ognuno di noi nella lotta contro la povertà, nel raggiungimento di uno sviluppo integrale per tutti i nostri fratelli e sorelle e nella ricerca di una pacifica coesistenza tra i popoli. È questa la grande sfida che il presente ci pone dinanzi. E se, nel perseguire questi obiettivi «la storia sta dando segni di un ritorno all’indietro», è pur vero che «ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. [...] Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno» (Esortazione apostolica Laudate Deum, n. 34).

Con questi sentimenti, offro i miei oranti buoni auspici per le deliberazioni del Forum, e invoco volentieri su tutti i partecipanti un’abbondanza di benedizioni divine.

Dal Vaticano, 15 gennaio 2024

FRANCESCO

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L'Osservatore Romano, Anno CLXIV n. 13, mercoledì 17 gennaio 2024, p. 5.

Alla Delegazione dello <i>Studium Biblicum Franciscanum</i> (15 gennaio 2024)

Lun, 15/01/2024 - 10:30

Cari fratelli e sorelle,
Autorità accademiche e studenti, buongiorno a tutti!

Vi do il benvenuto a Roma. Saluto il Patriarca, il Cardinale Pizzaballa. Siete a Roma dove l’apostolo Pietro giunse quasi duemila anni fa partendo, all’inizio della sua sequela di Gesù, da quella casa di Cafarnao, sul lago di Tiberiade, sui cui resti noi possiamo recarci e pregare proprio grazie al lavoro paziente di professori e archeologi dello Studium Biblicum Franciscanum. Adesso non si può andare facilmente perché l’area bellica lo impedisce.

Lo Studium Biblicum Franciscanum veniva inaugurato a Gerusalemme, presso il Santuario della Flagellazione, il 7 gennaio 1924, e pochi anni dopo era posto in collegamento con il Collegio S. Antonio di Roma, attuale Pontificia Università Antonianum. – Approfitto dell’occasione per dire che ci sono troppe Università ecclesiastiche a Roma. Voi dovete mettervi d’accordo e fare qualche forma di unità: unità nei piani di studio… Mettetevi d’accordo, parlate. – Da allora, la sua storia è sempre stata legata alla presenza dei Frati Minori in Terra Santa. Oggi, a cento anni di distanza, vorrei richiamarne alcuni aspetti.

In primo luogo il fatto che lo Studium, con la sua Biblioteca ed il Museo, ha dato e continua a dare impulso a importanti scavi archeologici, in diversi siti, realizzando preziosi ritrovamenti, fino a ottenere, nel 2001, il riconoscimento di Facultas Scientiarum Biblicarum et Archaeologiae. Si è determinata così la vostra peculiarità di unire allo studio della Sacra Scrittura la permanenza nei Luoghi santi e la ricerca archeologica; e questo vi ha permesso di ampliare e approfondire notevolmente programmi e metodologie.

Quello per i testi biblici, del resto, è per voi un amore fondato nella stessa volontà di San Francesco, che scrive: «Sono uccisi dalla lettera quei religiosi che non vogliono seguire lo spirito della divina Scrittura, ma piuttosto bramano sapere le sole parole e spiegarle agli altri. E sono vivificati dallo spirito della divina Scrittura coloro che ogni scienza che sanno e desiderano sapere non l’attribuiscono al proprio io carnale, ma la restituiscono con la parola e con l’esempio all’altissimo Signore Dio» (Ammonizioni, VII: FF 156). Per Francesco, la conoscenza della Parola di Dio, e anche il suo studio, non sono questioni di semplice erudizione, ma esperienze di natura sapienziale, che hanno come fine, nella fede, di aiutare gli uomini a vivere meglio il Vangelo e di renderli buoni.

Lo aveva capito bene un fedele discepolo del Santo di Assisi: San Bonaventura da Bagnoregio, del quale vi apprestate a ricordare i 750 anni della morte. Egli nel famoso Prologo del Breviloquium dice, in linea con la tradizione francescana, che per accogliere il dono della Parola di Dio è necessario «accostarsi con fede semplice al Padre della luce e pregare con cuore umile, perché Egli, per mezzo del Figlio e nello Spirito Santo, ci conceda la vera conoscenza di Gesù Cristo e, con la conoscenza, anche l’amore».

In occasione del vostro centenario, vi esorto a non perdere di vista questo tipo di approccio alla Scrittura. Lo studio rigoroso e scientifico delle fonti bibliche, arricchito dalle più aggiornate metodiche e discipline connesse, sia per voi sempre unito al contatto con la vita del santo popolo di Dio e finalizzato al suo servizio pastorale, in armonia e a beneficio del vostro specifico carisma nella Chiesa. Lo studio, la meditazione, la riflessione della Bibbia e dei testi biblici, tutto nel cuore della Chiesa, che è il santo popolo fedele di Dio in cammino. Fuori del corpo della Chiesa questi studi non servono a niente. Quello che vale è il cuore della Chiesa, della santa Madre Chiesa.

Carissimi, in questo tempo, nel quale il Signore ci chiede di ascoltare e conoscere meglio la sua Parola, per farla risuonare nel mondo in modo sempre più comprensibile, il vostro lavoro discreto e appassionato è quanto mai prezioso. Vi incoraggio, perciò, a continuare a svolgerlo e a qualificarlo nella ricerca, nella docenza e nell’attività archeologica.

L’attuale situazione della Terra Santa e dei popoli che la abitano ci coinvolge e ci addolora. È gravissima sotto ogni punto di vista. È gravissima. Ho ascoltato padre Faltas, le cose che mi ha fatto conoscere; e ogni giorno comunico con la parrocchia di Gaza, dove soffrono tanto per questa situazione. Sono due esempi soltanto, ma tutto questo è più grande. La situazione è gravissima. Dobbiamo pregare e agire senza stancarci perché cessi questa tragedia. Ciò vi sia ancor più di sprone per approfondire le ragioni e la qualità della vostra presenza in quei Luoghi martoriati, della vostra presenza lì, nel martirio di quel popolo, in cui affondano le radici della nostra fede.

Cosa dire ai Francescani? Grazie per la vostra presenza in Terra Santa, grazie! E con coraggio andate avanti. Vi ringrazio per tutto ciò che fate! Vi benedico di cuore. E vi raccomando, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.

Angelus, 14 gennaio 2024

Dom, 14/01/2024 - 12:00

Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Il Vangelo oggi presenta l’incontro di Gesù con i primi discepoli (cfr Gv 1,35-42). Questa scena ci invita a fare memoria del nostro primo incontro con Gesù. Ognuno di noi ha avuto il suo primo incontro con Gesù; da bambino, da adolescente, da giovane, da adulto, adulta… Quando ho incontrato Gesù per la prima volta? Possiamo fare un po’ di memoria. E dopo questo pensiero, questo ricordo, a rinnovare la gioia di seguirlo e a chiederci: che cosa significa essere discepoli di Gesù Secondo il Vangelo di oggi possiamo prendere tre parole: cercare Gesù, dimorare con Gesù, annunciare Gesù.

Anzitutto cercare. Due discepoli, grazie alla testimonianza del Battista, cominciarono a seguire Gesù e Lui, «osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”» (v. 38). Sono le prime parole che Gesù rivolge loro: anzitutto li invita a guardarsi dentro, a interrogarsi sui desideri che portano nel cuore. “Cosa stai cercando?”. Il Signore non vuole fare proseliti, non vuole “followers” superficiali, il Signore vuole persone che si interrogano e si lasciano interpellare dalla sua Parola. Pertanto, per essere discepoli di Gesù bisogna prima di tutto cercarlo, avere un cuore aperto, in ricerca, non un cuore sazio o appagato.

Cosa cercavano quei primi discepoli? Lo vediamo attraverso il secondo verbo: dimorare. Essi non cercavano notizie o informazioni su Dio, oppure segni o miracoli, ma desideravano incontrare il Messia, parlare con Lui, stare con Lui, ascoltarlo. La prima domanda che fanno qual è? «Dove dimori?» (v. 38). E Cristo li invita a stare con Lui: «Venite e vedrete» (v. 39). Stare con Lui, rimanere con Lui, questa è la cosa più importante per il discepolo del Signore. La fede, insomma, non è una teoria, no, è un incontro –, è andare a vedere dove abita il Signore e dimorare con Lui. Incontrare il Signore e dimorare con Lui.

Cercare, dimorare e, infine, annunciare. I discepoli cercavano Gesù, poi sono andati con Lui e sono stati tutta la serata con Lui. E adesso annunciare. Tornano e annunciano. Cercare, dimorare, annunciare. Io cerco Gesù? Dimoro in Gesù? Ho il coraggio di annunciare Gesù? Quel primo incontro con Gesù fu un’esperienza talmente forte, che i due discepoli ne ricordarono per sempre l’ora: «erano circa le quattro del pomeriggio» (v. 39). Questo fa vedere la forza di quell’incontro. E i loro cuori erano così pieni di gioia che sentirono subito il bisogno di comunicare il dono ricevuto. Infatti, uno dei due, Andrea, si affretta a condividerlo con suo fratello. Fratelli e sorelle, anche noi oggi facciamo memoria del nostro primo incontro col Signore. Ognuno di noi ha avuto il primo incontro, sia in famiglia sia fuori… Quando io ho incontrato il Signore? Quando il Signore ha toccato il mio cuore? E ci chiediamo: siamo ancora discepoli innamorati del Signore, cerchiamo il Signore, oppure ci siamo accomodati in una fede fatta di abitudini? Dimoriamo con Lui nella preghiera, sappiamo stare in silenzio con Lui? Io so dimorare in preghiera con il Signore, stare in silenzio con Lui? E poi sentiamo il desiderio di condividere, di annunciare questa bellezza dell’incontro con il Signore?

Maria Santissima, prima discepola di Gesù, ci doni il desiderio di cercarlo, di stare con Lui e di annunciarlo.

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Dopo l'Angelus

       Rivolgo il mio saluto a tutti voi, romani e pellegrini provenienti dall’Italia e da tante parti del mondo. In particolare saluto i membri della Hermandad Sacramental de Nuestra Señora de los Remedios, di Villarrasa (Spagna).

Non dimentichiamo di pregare per le vittime della frana avvenuta in Colombia, che ha provocato numerose vittime.

E non dimentichiamo quanti soffrono la crudeltà della guerra in tante parti del mondo, specialmente in Ucraina, in Palestina e in Israele. All’inizio dell’anno ci siamo scambiati auguri di pace, ma le armi hanno continuato ad uccidere e distruggere. Preghiamo affinché quanti hanno potere su questi conflitti riflettano sul fatto che la guerra non è la via per risolverli, perché semina morte tra i civili e distrugge città e infrastrutture. In altre parole, oggi la guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità. Non dimentichiamo questo: la guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità. I popoli hanno bisogno di pace! Il mondo ha bisogno di pace! Ho sentito, pochi minuti fa, nel programma “A Sua Immagine”, padre Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme: lui parlava di educare alla pace. Dobbiamo educare alla pace. Si vede che non siamo ancora – l’umanità intera – con un’educazione tale da fermare ogni guerra. Preghiamo sempre per questa grazia: educare alla pace.

Auguro a tutti voi una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

Ai membri dell'Associazione sportiva "Athletica Vaticana" (13 gennaio 2024)

Sab, 13/01/2024 - 08:15

Eminenza, Eccellenza,
care amiche e cari amici di Athletica Vaticana,

buongiorno e benvenuti, anche con le vostre famiglie! È bello stare con le famiglie, anche con i bambini.

Saluto il Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, al quale, con la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, ho chiesto di curare il dialogo con i cultori dello sport perché anch’essi «si sappiano e si sentano riconosciuti dalla Chiesa come persone a servizio della ricerca sincera del vero, del buono e del bello» (n. 154). Esprimo la mia gioia per la presenza di Athletica Vaticana sulle strade, nelle piste e nei campi da gioco, e per la vostra testimonianza cristiana nel grande mondo dello sport, che oggi rappresenta la più diffusa espressione culturale, a patto che si mantenga sempre quella amatorialità che custodisce lo sport.

Il mio saluto riconoscente va anche alle Autorità sportive internazionali e italiane che, con la loro presenza, testimoniano la vivacità del dialogo e della collaborazione con la Santa Sede.

È significativo che questo nostro incontro avvenga nei primi giorni del 2024, che è Anno Olimpico e Paralimpico. Ripensando al valore della “tregua olimpica”, la mia speranza è che, nel momento storico particolarmente buio che stiamo vivendo, lo sport possa gettare ponti, abbattere barriere, favorire relazioni di pace.

Con uno stile improntato alla semplicità, esattamente da cinque anni, Athletica Vaticana si impegna a promuovere la fraternità, l’inclusione e la solidarietà, testimoniando la fede cristiana tra le donne e gli uomini di sport, amatori e professionisti.

Care amiche e cari amici, è molto significativo che voi proviate a fare tutto ciò condividendo la vita degli altri sportivi, correndo o pedalando o giocando insieme con loro. Le iniziative di Athletica Vaticana – da quelle più semplici e spontanee alla partecipazione ad eventi sportivi internazionali – acquistano il loro pieno senso in quanto espressione di una comunità formata da donne e uomini che, legati dal comune servizio alla Santa Sede, vivono la loro passione sportiva come esperienza di evangelizzazione.

Per questo, oltre all’attività sportiva, la vostra associazione propone anche momenti di preghiera e di servizio ai più bisognosi. Rientra in pieno nella vostra missione la vicinanza – parola-chiave – concreta ai più fragili: penso alle iniziative con i giovani con disabilità fisica o intellettiva, con le detenute e i detenuti, con i migranti, con le famiglie più povere. Ed è bello che a questi incontri partecipino tutti con la stessa dignità, compresi campioni olimpici e paralimpici, diplomatici e membri della Curia. Riprendo la parola “vicinanza”, una vicinanza che con lo sport si fa tenera. Come Dio con noi: Dio è vicino ed è tenero, e per questo è compassionevole. Vicinanza e tenerezza.

Lo sport è un mezzo per esprimere i propri talenti, ma anche per costruire la società. Lo sport, infatti, ci insegna il valore della fraternità. Non siamo isole: in campo, non importa la provenienza, la lingua o la cultura di una persona. Ciò che conta è l’impegno e l’obiettivo comune. Questa unione nello sport è una metafora potente per la nostra vita. Ci ricorda che, nonostante le nostre differenze, siamo tutti membri della stessa famiglia umana. Lo sport ha il potere di unire le persone, al di là dalle loro abilità fisiche, economiche o sociali. È uno strumento di inclusione che rompe le barriere e celebra la diversità. Anche il Concilio Vaticano II ha evidenziato che lo sport può offrire «un aiuto per stabilire fraterne relazioni fra gli uomini di tutte le condizioni, di nazioni o di razze diverse» (Cost. past. Gaudium et spes, 61).

Il gioco poi è fatto di regole da rispettare. Vincere con umiltà e accettare la sconfitta con dignità sono valori che lo sport insegna e che devono essere vissuti nella vita di ogni giorno per costruire una società più giusta e fraterna. «Lo sport – come disse il Venerabile Pio XII – è una scuola di lealtà, di coraggio, di sopportazione, di risolutezza, di fratellanza universale, tutte virtù naturali, ma che forniscono alle virtù soprannaturali un fondamento solido» (Agli sportivi italiani, 25 maggio 1945).

Lo sport ci mostra pure che possiamo affrontare con pazienza e determinazione i nostri limiti. Ogni atleta, attraverso la disciplina e l’impegno, ci insegna che con la fede e la perseveranza possiamo raggiungere traguardi che mai avremmo pensato possibili. Questo messaggio di speranza e coraggio è cruciale, specialmente per i giovani.

Incoraggio ciascuno di voi a vedere lo sport come un percorso di vita che vi aiuti a costruire una comunità più solidale e per portare avanti i valori della vita cristiana: lealtà, sacrificio, spirito di gruppo, impegno, inclusione, ascesi, riscatto. Avanti, care amiche e amici di Athletica Vaticana! E non dimenticatevi dell’amatorialità, che è come il succo che dà vita all’attività sportiva. Date sempre il meglio di voi stessi! Vi benedico di cuore. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!

Ai Partecipanti al Simposio "Université des Communicants en Église" (12 gennaio 2024)

Ven, 12/01/2024 - 11:15

Cari fratelli e sorelle!

Do il mio benvenuto a voi che in Francia siete responsabili della comunicazione di diocesi, congregazioni religiose, associazioni e movimenti cattolici, nuove comunità e parrocchie. Vi ringrazio di essere venuti. Vorrei leggere tutto il discorso ma ho un problema, ho un po’ di bronchite, e non posso parlare bene. Se voi non vi offendete, consegnerò la copia del discorso. Scusatemi. La consegnerò perché la diano a tutti voi, ma faccio tanta fatica a parlare. Grazie della vostra comprensione. E grazie di essere venuti. Grazie tante del vostro lavoro, perché non è facile comunicare, ma la prima cosa che fa una persona è comunicare. Da Adamo quando vide Eva, comunicò. Comunicare è la cosa più umana che esiste. Andate avanti su questo.

E adesso vi darò la benedizione e poi saluterò a uno a uno, perché per salutare non devo parlare. Lo faccio di cuore.

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Testo consegnato

La comunicazione è la vostra missione. Una grande missione, in un mondo così iperconnesso e bombardato di notizie. Per questo avete deciso di fare ogni tanto una sosta – questa volta a Roma – per condividere, per pregare, per ascoltare. Quanto ne abbiamo bisogno! Lo dico in prima persona, perché anche il ministero del Papa oggi è dentro il mondo della comunicazione. E allora questi momenti servono a ritrovare la radice di quello che comunichiamo, la verità che siamo chiamati a testimoniare, la comunione che ci unisce in Gesù Cristo; ci aiutano a non cadere nell’errore di pensare che l’oggetto della nostra comunicazione siano le nostre strategie o imprese individuali; a non chiuderci nelle nostre solitudini, nelle nostre paure o ambizioni; a non puntare tutto sul progresso tecnologico.

La sfida della buona comunicazione è oggi più complessa che mai, e il rischio è di affrontarla con una mentalità mondana: con l’ossessione del controllo, del potere, del successo; con l’idea che i problemi siano innanzitutto materiali, tecnologici, organizzativi, economici.

So che il primo incontro lo avete tenuto a Paray-le-Monial, la città del Sacro Cuore, di Santa Margherita Maria Alacoque. Un luogo che richiama al centro, alla sorgente da cui è sgorgata e continuamente sgorga la salvezza per l’umanità. E che ci dice anche l’importanza di comunicare con il cuore, di ascoltare con il cuore, di vedere con il cuore cose che gli altri non vedono; per condividerle e raccontarle, rovesciando la prospettiva e le categorie del mondo. C’è tanto bisogno di questo. Ripartire dal cuore.

Siete stati anche a Lisieux, la città di Santa Teresina, testimone di una radicalità evangelica che è salutare anche per il comunicare del nostro tempo, così inquinato da parole roboanti, da sogni di potere e di grandezza. Comunicare per noi non è sovrastare con la nostra voce quella degli altri, non è fare propaganda; a volte è anche tacere; non è nascondersi dietro slogan o frasi fatte. Comunicare per noi non è puntare tutto sull’organizzazione, non è questione di marketing; non è solo adottare questa o quella tecnica. Per noi comunicare è stare nel mondo per farsi carico dell’altro, degli altri, è farsi tutto a tutti; è condividere una lettura cristiana degli avvenimenti; è non arrendersi alla cultura dell’aggressività e della denigrazione; è costruire una rete di condivisione del bene, del vero e del bello fatta di relazioni sincere; è coinvolgere nella nostra comunicazione i giovani.

Come non ricordare la celebre frase di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei comunicatori cattolici: «Le bruit fait peu de bien, le bien fait peu de bruit».

Cari amici, pensando al vostro lavoro, vorrei lasciarvi tre parole come tracce di cammino: testimonianza, coraggio e sguardo largo.

La prima. Ricordare che la comunicazione è soprattutto testimonianza. E quando è fatta di parole, di immagini, è un modo per condividere questa testimonianza. È questo che ci rende credibili nella relazione con i media secolari; ed è questo anche che rende sempre più attrattiva e fa crescere giorno dopo giorno, da persona a persona, la nostra rete di comunicazione. So che, dopo la vergogna per lo scandalo degli abusi, la Chiesa in Francia sta vivendo un cammino di purificazione. Andate avanti. I momenti più bui sono spesso quelli che precedono la luce. A Marsiglia ho potuto vedere quanta vitalità c’è nella Chiesa di Francia. Non esitate a condividere attraverso la comunicazione tutto il bene che c’è nelle vostre diocesi, nelle congregazioni, nei movimenti. Non esitate a costruire con la comunicazione la comunione nella Chiesa e la fratellanza nel mondo. Siate creativi. Siate accoglienti. La società vuole e ha bisogno di sentire la parola della Chiesa come Madre amorevole di tutti.

La seconda traccia: non abbiate paura, ma coraggio. Un coraggio diverso da quello di chi crede di essere lui o lei il centro. Il coraggio che viene dall’umiltà e dalla serietà professionale, e che fa della vostra comunicazione una rete coesa e nello stesso tempo aperta, estroversa. Lo so, non è facile. Ma questa è la vostra, la nostra missione. E anche se i destinatari possono sembrarvi indifferenti, scettici, a volte critici, addirittura ostili, non scoraggiatevi. Non giudicateli. Condividete la gioia del Vangelo, l’amore che ci fa conoscere Dio e capire il mondo. Anche gli uomini e le donne del nostro tempo hanno sete di Dio, cercano un incontro con Lui e lo cercano anche attraverso di voi.

La terza parola è sguardo largo. Guardare lontano. Guardare al mondo intero nella sua bellezza e complessità. In mezzo alle mormorazioni del nostro tempo, all’incapacità di vedere l’essenziale, scoprire che ciò che ci unisce è sempre più grande di quello che ci divide; e che va comunicato, con la creatività che nasce dall’amore. Ricordiamolo sempre. È una verità ignorata, ma è la carità che spiega tutto. Tutto diventa più chiaro – anche la nostra comunicazione – a partire da un cuore che vede con amore.

Cari fratelli e sorelle, grazie per quello che fate! Benedico voi e il vostro lavoro. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me.

Al Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale con le Chiese Ortodosse e le Chiese Ortodosse Orientali (12 gennaio 2024)

Ven, 12/01/2024 - 10:45

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Saluto il Cardinale Koch, il Segretario del Dicastero, e tutti voi, dandovi il benvenuto! È bello incontrarvi nell’imminenza della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e all’inizio di quest’anno, in cui ricorre il 60° anniversario dell’istituzione del Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale.

Con il continuo e generoso sostegno dei benefattori, ai quali desidero esprimere viva gratitudine, il vostro Comitato offre a studenti provenienti dalle Chiese ortodosse e ortodosse orientali l’opportunità di perfezionare la formazione presso istituti accademici cattolici, per poi ritornare nelle proprie comunità e mettere a disposizione le competenze acquisite. In questo modo svolgete, a nome di tutta la Chiesa cattolica, un servizio concreto e disinteressato a favore delle Chiese sorelle di Oriente, contribuendo alla preparazione di chierici e di laici che, grazie ai loro studi, potranno servire la missione dell’unico Corpo di Cristo.

Vorrei perciò esprimere riconoscenza a quanti sono coinvolti in questo percorso di amore per la Chiesa, in modo speciale ai responsabili del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, sotto la cui direzione il Comitato realizza la sua attività, e ai Rettori dei Collegi ecclesiastici che ospitano gli studenti borsisti, per lo spirito di apertura e per la cura con la quale li accolgono e li seguono.

In tal modo, accanto al percorso accademico, è possibile conoscere personalmente l’itinerario formativo, spirituale e liturgico di giovani studenti cattolici e soprattutto condividere con loro l’esperienza della vita comunitaria nei collegi ecclesiastici. Questo contatto vivo e diretto con comunità concrete, nelle quali si sperimenta lo stesso desiderio di seguire l’unico Maestro, il Signore Gesù Cristo, e di servire la sua Chiesa, aiuta non solo gli studenti ortodossi e ortodossi orientali, ma anche quelli cattolici, a superare pregiudizi, ad abbattere barriere e a costruire ponti di dialogo e di amicizia.

È tanto importante questo e mi fa pensare alla comunità delle origini, a quei primi discepoli diventati poi apostoli, e ai quali si rifanno le nostre tradizioni. Se guardiamo a loro, vediamo che erano davvero molto diversi: c’era chi era stato discepolo del Battista e chi zelota, chi pescatore e chi pubblicano; quante differenze di provenienza, carattere, affinità! Eppure è difficile pensare a un gruppo più unito. Hanno trovato la loro coesione in Gesù: camminando dietro a Lui hanno camminato insieme fra di loro. E a cementare questa unità nella carità è stato lo Spirito Santo, che li ha inviati ovunque, legandoli ancora di più tra loro.

Carissimi, anche per voi la via è questa: camminare insieme dietro a Gesù, animati dallo stesso Spirito. Ed è una grande opportunità che qui a Roma, mentre studiate, possiate condividere tra voi chi è Cristo per voi: dove l’avete incontrato, in che modo ha conquistato i vostri cuori, come ha afferrato le vostre vite, secondo quali tradizioni lo lodate e lo riconoscete vostro Signore. Se alla base c’è la condivisione fraterna di quest’esperienza, credo che le nostre storie passate, viziate da sbagli e incomprensioni, da peccati e stereotipi, possano essere gradualmente risanate, in quanto ricomprese all’interno di una storia molto più grande, quella della fedeltà di Cristo che «ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25). Questo è il mio auspicio: che a lode e gloria del Signore, questi anni siano, attraverso l’accoglienza e il rispetto fraterno, l’ascolto e la condivisione, profezia di carità e germi di unità, per il bene di tutti i cristiani nel mondo, e del mondo stesso, che ha bisogno di veder sbocciare nuovi semi di pace e di comunione.

Vi ringrazio per la vostra visita e vi auguro di proseguire fruttuosamente gli studi, senza mai trascurare la dimensione spirituale e quella pastorale, essenziali per la formazione. Vi benedico di cuore, vi assicuro la mia preghiera e chiedo la vostra per me. E vi invito, tutti insieme, a pregare, ognuno nella propria lingua, la preghiera che il Signore ci ha insegnato. “Padre Nostro…”.

Ai Partecipanti all'incontro promosso dalla "Toniolo Young Professional Association" (12 gennaio 2024)

Ven, 12/01/2024 - 10:30

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

La collaborazione dell’Istituto Toniolo con i Dicasteri della Curia e con le Rappresentanze Pontificie impegnate nell’ambito delle Nazioni Unite è già giunta al decimo anno, ed è molto preziosa. Grazie, dunque, per il vostro servizio e per il vostro impegno, e grazie a tutti coloro che lo promuovono e sostengono; so che di recente anche la Fondazione Arvedi partecipa a questo progetto di fondamentale importanza, permettendo di aumentare il numero dei borsisti. Grazie!

È bello che ognuno di voi possa fare esperienza a contatto con il ministero petrino, attraverso il lavoro con le Istituzioni internazionali e maturando un’esperienza di fede vissuta, di vita cristiana che si confronta con le sfide attuali del mondo. Ma la vostra presenza fa tanto bene anche alle nostre istituzioni, nelle quali portate una ventata di novità, la capacità di sognare, il desiderio di guardare lontano.

Oggi, invece, sembra diffondersi quello che alcuni chiamano “pensiero breve”: un pensiero fatto di pochi caratteri, che si brucia subito; un pensiero che non guarda in alto e avanti, ma soltanto qui e ora, frutto dei bisogni del momento; un pensiero che non guarda alla storia, che non ha un’eredità storica dentro di sé; un pensiero che si muove per istinto e si misura per istanti; che, fatto di emozioni e compresso in poche parole, sembra sostituire il pensiero già “debole” del post-modernismo. E questo è il dramma del post-modernismo: il pensiero debole. Dinanzi alla complessità della vita e del mondo, questo pensiero “breve” porta a generalizzare e a criticare, a semplificare e a truccare la realtà, nella ricerca dei propri interessi immediati anziché del bene degli altri e del futuro di tutti. Sono preoccupato quando sento di giovani barricati dietro a uno schermo, con gli occhi che riflettono luci artificiali anziché far brillare la loro creatività. Sì, perché esser giovani non è pensare di tenere il mondo in mano, ma sporcarsi le mani per il mondo; è avere davanti una vita da spendere, non da conservare o da archiviare.

Vedo voi e credo che la vostra passione e il vostro impegno siano antidoti al pensiero breve; perché voi, contro la tentazione di adeguarvi alle cose che passano, avete in animo di coltivare uno sguardo alto, che cerca le stelle, non la polvere. È lo sguardo vero dei giovani. Ma tanti di loro sembrano, permettetemi l’espressione, “spremuti”: fatti oggetto di prestazioni sempre più esigenti, rischiano di veder inaridire il succo della vita, quel sognare inquieto che chiede di sprigionarsi dai loro cuori. Sognare inquieto. Vi domando – ma non rispondete ad alta voce –: voi sognate? Avete inquietudine nel vostro pensiero, nel vostro cuore? Siete inquieti o siete giovani già “in pensione”? Non dimenticatevi: sognare inquieto. È triste vedere giovani abulici e anestetizzati, distesi sui divani anziché impegnate nelle scuole e nelle strade, ripiegati sul proprio schermo anziché su un libro o su un fratello bisognoso. È triste. Giovani professionali fuori e spenti dentro, che spremuti dal dovere si rifugiano nella ricerca del piacere. Tutti abbiamo bisogno della creatività e dello slancio che solo voi giovani potete darci – nelle vostre mani stanno la creatività e lo slancio –, della vostra sete di verità, del vostro grido di pace, del vostro intuito sul futuro, dei vostri sorrisi speranzosi. Abbiamo bisogno di queste cose! Vorrei dirvi: portate questo dove operate, mettendovi in gioco senza paura. Perché i giovani sono le leve che rinnovano i sistemi, non gli ingranaggi che devono mantenerli in vita.

Allora non trattenete il bene che siete, non abbiate timore di rischiare, per favore, rischiate, se non rischiate voi chi lo farà? Perché è facendovi dono che vi scoprirete doni, doni unici e preziosi. Nel contesto occidentale si vive circondati da doni e regali, da tante cose spesso inutili, immersi in prodotti fatti dall’uomo che fanno perdere lo stupore per la bellezza che ci circonda. Pensate un po’: io ho perso la capacità di stupirmi? Lo stupore… Quando un giovane perde la capacità di stupirsi, è già in pensione! Il creato invita piuttosto a essere a nostra volta creatori di armonia e di bellezza; a uscire dalla dipendenza dal virtuale, dal mondo ipnotico dei social che anestetizza l’anima, per offrire agli altri qualcosa di nuovo e di bello. Una ricerca che vi appassiona, una preghiera fatta col cuore, un’inchiesta che vi scuote, una pagina che donate agli altri, un sogno da realizzare, un gesto d’amore per chi non può ricambiare… Questo è creare, questo è assimilare lo stile con cui Dio ha fatto il mondo, lo stile della gratuità, che fa uscire dalla logica del “faccio per avere” e “lavoro per guadagnare”. Creativi per aprire squarci di novità in un mondo che si accontenta di profitti. Così sarete rivoluzionari.

La vita chiede di essere donata, non gestita. In questo vi può aiutare la testimonianza del Beato Giuseppe Toniolo, che attingeva la bellezza del vivere dalla fede e si confrontava senza paura coi problemi del suo tempo per dare un volto umano all’economia. È bello che anche voi vi lasciate interrogare dalla realtà, riscoprendo e ripensando la fede così da trarne ricchezze inedite per un avvenire migliore.

Vorrei concretizzare queste idee attorno a un tema urgente, quello della pace. Uno sguardo sull’oggi fa apparire lontana  quell’aspirazione al bene, alla concordia, alla pacifica coesistenza tra i popoli di cui l’attività diplomatica è sempre stata veicolo. Eppure tanta diplomazia sembra aver dimenticato la sua natura di risorsa chiamata a colmare il fossato sempre più profondo dei rapporti tra le nazioni. La si vede rincorrere i fatti senza quella forza preventiva, quel sognare-dialogare-rischiare per la pace che argina il ricorso alle armi. E così le guerre sono il frutto di rapporti di forza prolungati, senza un preciso inizio e senza una fine certa. Ma dove sono le imprese audaci, le visione ardite? Dove sono? Questa politica – diciamo così – del distruggere, quella della guerra… Facciamoci la domanda:dove sono le imprese audaci, le visioni ardite? E da chi possono venire, se non da cuori giovani e impavidi, che accolgono il bene dentro di sé e impugnano il Vangelo così com’è, per scrivere pagine nuove di fraternità e di speranza? Questo è il vostro mestiere, la vostra vocazione.

Quanti altri aspetti, come l’economia, la lotta alla fame, alla produzione e al commercio delle armi – questo è brutto! – la questione climatica, la comunicazione, il mondo del lavoro, e tanti altri, hanno bisogno di rinnovamento e di creatività? Vi affido questi sogni di anziano che si entusiasma nel vedere i vostri volti giovani; e penso a quanto più si entusiasma nel guardarvi Gesù, Lui che ha sempre il cuore giovane e che ha chiamato dei giovani a seguirlo. In Lui vi rinnovo il grazie per il vostro servizio e vi benedico. E vi chiedo, per favore, di pregare per me, a favore, non contro! Grazie.

Ai Membri del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Scientifico della Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo (12 gennaio 2024)

Ven, 12/01/2024 - 10:00

Mi è gradito rivolgermi nuovamente a voi, dopo il messaggio in occasione dell'istituzione della Fondazione Memorie audiovisive del Cattolicesimo, per esprimere il mio vivo apprezzamento per il lavoro che è stato svolto in questi mesi di attività per la tutela e 1a valorizzazione della memoria del patrimonio audiovisivo.

L'avvio di iniziative di largo respiro come il progetto dedicato al censimento e alla descrizione delle fonti audiovisive relative ai Giubilei del Novecento e i progetti tesi a riscoprire e diffondere il patrimonio audiovisivo di istituzioni e soggetti rilevanti per la storia della Chiesa, come quelli dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e della Fondazione Don Carlo Gnocchi, testimoniano la bontà dei vostri obiettivi e l'efficacia del vostro metodo.

Come recentemente ho già avuto modo di ricordare, la mancanza di un'istituzione centrale dedicata specificamente a conservare e a tramandare alle future generazioni la memoria audiovisiva dei Pontificati e della Chiesa, ha generato una situazione senza un punto di riferimento capace di orientare rispetto alle più idonee acquisizioni della dottrina archivistica e di convogliare gli interventi culturali verso un comune orizzonte.

La Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo è la risposta nata nel solco delle mie indicazioni e traccia oggi una strada che merita di essere ulteriormente sviluppata: il coinvolgimento di importanti Università, Centri di Ricerca e partner tecnologici nei progetti, così come il concreto svilupparsi di un coordinamento con gli istituti preposti alla conservazione del patrimonio audiovisivo della Chiesa, delineano un modello da seguire, ulteriormente valorizzato e autorevolmente convalidato dalla collaborazione che la Fondazione ha strutturato con la Biblioteca Apostolica Vaticana e l’Archivio Apostolico Vaticano.

Il lavoro della Fondazione MAC richiama altresì la necessità di una svolta culturale riguardo al generale approccio degli archivi ecclesiastici alle fonti audiovisive che li metta in grado di incoraggiare anche la stessa maturazione storiografica di taluni centrali aspetti della vita della Chiesa dal periodo otto-novecentesco in avanti. È noto, infatti, che, a causa delle proprie specificità, la documentazione audiovisiva ha costi di gestione ai quali molte istituzioni archivistiche faticano a far fronte, sia in termini di tempo che di risorse economiche e umane, per cui l'elaborazione di un indirizzo di lavoro unitario e la prospettiva di soluzioni condivise rispetto a problemi comuni appare oggi l'unica via percorribile. L'urgenza di investire e programmare azioni specifiche in questo campo è dunque impellente, perché i costi economici saranno certamente minori di quelli che si pagheranno dal punto di vista storico, culturale e religioso con la perdita irrimediabile di tanto patrimonio audiovisivo cattolico.

Per questi motivi mi sento di incoraggiare con forza il proseguimento delle iniziative intraprese e, se me lo consentite, di chiedervi di iniziare a ordinare, secondo i criteri scientifici aggiornati alla più recente dottrina archivistica, il patrimonio della Filmoteca Vaticana che, per quanto modesto nella sua estensione quantitativa, in questo quadro assume oggi particolare valore in virtù dell’interesse che rivestono dal punto di vista storico-culturale le modalità di acquisizione della documentazione audiovisiva che vi è conservata secondo le linee dettate dai miei Predecessori. In questo senso accolgo con particolare favore, il progetto di restauro da parte della Fondazione MAC dei film sui Giubilei depositati presso la Filmoteca Vaticana, che coinvolgerà importanti istituzioni, Centri di Ricerca e sponsor istituzionali. In vista dell'Anno Santo 2025, mi sembra questo un modo virtuoso per indicare a tutti un percorso possibile e necessario di valorizzazione del nostro ricco ma fragile patrimonio audiovisivo ecclesiastico.

Vi auguro un sempre più fruttuoso lavoro e vi ringrazio per ciò che realizzate. Portate avanti con generosità e passione questo prezioso servizio culturale. Vi benedico di cuore.

Ai Membri del Sodalizio "Facchini di Santa Rosa" da Viterbo (11 gennaio 2024)

Gio, 11/01/2024 - 10:30

Discorso consegnato

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Sono contento di dare il benvenuto a tutti voi e vi ringrazio di essere venuti così numerosi. [Saluto il Vescovo e le Autorità civili.]

Il vostro è un Sodalizio di fondazione relativamente recente, ma raccoglie un’eredità molto antica, risalente alla traslazione della salma di Santa Rosa, avvenuta a Viterbo nel 1258 per disposizione di Papa Alessandro IV, dalla chiesa di Santa Maria in Poggio a quella di Santa Maria delle Rose, oggi Santuario di Santa Rosa. Da allora, la celebrazione della Festa ha assunto la forma solenne che poi, continuando a svilupparsi nel tempo, è giunta fino a noi.

Le radici della vostra storia ci portano ai giorni in cui la Santa visse a Viterbo, dove ebbe un’esperienza mistica che la rese promotrice di devozione e di vitalità cristiana per tutta la città. Giovanissima, fece una scelta di povertà assoluta e di dedizione alla carità, e fu una vera trascinatrice, coinvolgendo con il suo amore per Gesù molti altri, al punto da diventare una presenza scomoda per le autorità, che la esiliarono assieme alla sua famiglia. Una “santa agitata”, potremmo dire, ma dallo Spirito Santo, così che la sua esperienza interiore non poté restare nascosta, ma si propagò come la luce di una lampada che illumina tutta la casa (cfr Mt 5,14-16). Abbiamo bisogno di santi così, anche oggi: persone che non stanno in pantofole sul divano ma che, ardenti del desiderio incontenibile di vivere e annunciare il Vangelo, con passione diventano contagiose nella santità (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 129; 138).

E voi continuate a trasmettere questa memoria con il vostro servizio e con il vostro impegno di vita cristiana. Durante le celebrazioni della Festa, trasportate una “macchina” alta circa trenta metri e dal peso medio di più di cinquanta quintali, sulla cui cima è posta la statua della Santa. Si tratta di un segno spettacolare, che catalizza attorno a sé tutta la città e che attira dal mondo intero folle di pellegrini e visitatori, al punto che dal 2013 la macchina di Santa Rosa ha ricevuto dall’UNESCO il riconoscimento di “patrimonio immateriale dell’umanità”. Ricordatevi, però, che ciò che fate è molto più importante di questo, perché voi, mostrando a tutti col “Trasporto” quanto è grande l’esempio di Santa Rosa, attraverso di lei fate conoscere il Vangelo di Gesù. Ecco la cosa più importante: far conoscere il Vangelo attraverso Santa Rosa; e farlo insieme, uniti e solidali, vivendone i valori con “fede, forza e volontà”, “rispetto e umiltà”, perché, in processione e nella vita, un’impresa così grande nessuno può realizzarla da solo, proprio come dicono i vostri statuti e come ricorda uno dei motti che scandite insieme durante il cammino: «Semo tutti den sentimento».

Grazie per ciò che fate, e per le tante attività assistenziali, culturali e morali con cui so che rendete operativo e concreto nella vita delle persone, specialmente le più bisognose, ciò che rappresentate in occasione della Festa. Vi incoraggio a tenere viva questa tradizione e di cuore vi benedico. E vi raccomando, non dimenticatevi di pregare per me.

Ai Membri dell'Istituto Secolare Sacerdoti Missionari della Regalità di Cristo (11 gennaio 2024)

Gio, 11/01/2024 - 10:00

Discorso consegnato

Cari fratelli, buongiorno e benvenuti!

Do il mio benvenuto a voi che siete una nutrita rappresentanza dell’Istituto Secolare dei Sacerdoti Missionari della Regalità di Cristo, fondato da padre Agostino Gemelli nel 1953, poco più di 70 anni fa. Tra voi oggi c’è un confratello africano, perché negli ultimi tempi i nuovi membri sono soprattutto preti della Guinea, del Burundi, del Rwanda e di altri Paesi africani. E in Burundi state realizzando un Centro di formazione intitolato a Mons. Courtney, Nunzio Apostolico ucciso in quel Paese. Inoltre avete alcuni sodali in Germania e in Polonia.

Vi ringrazio perché questo incontro mi offre l’occasione di sottolineare il valore della secolarità nella vita e nel ministero dei presbiteri. In effetti, secolarità non è sinonimo di laicità. La secolarità è una dimensione della Chiesa, chiamata a servire e testimoniare il Regno di Dio in questo mondo. E la consacrazione viene a radicalizzare questa dimensione, che chiaramente non è l’unica, ma è complementare a quella escatologica. La Chiesa, ogni battezzato, è nel mondo, è per il mondo, ma non è del mondo.

Se dunque la secolarità è una dimensione della Chiesa, sia i laici che i chierici sono chiamati a viverla e ad esprimerla, sia pure in maniera differente. Ciascuno la realizza secondo la propria condizione nella linea del mistero dell’Incarnazione. In questi decenni, voi sacerdoti avete fatto il vostro cammino, sperimentando “sul campo” questa vostra identità, arricchiti anche dal confronto con le sorelle Missionarie e i fratelli Missionari della Regalità di Cristo.

Siete preti diocesani, e volete essere pienamente partecipi nel presbiterio, in comunione con il Vescovo e i confratelli. L’Istituto vi aiuta in questo. Lo fa secondo il carisma francescano, che è quello della minorità: così vi forma al servizio umile, disponibile, fraterno. E lo fa secondo il modello della regalità di Cristo, che consiste nel servire, nel donarsi con generosità, nel pagare di persona, nella solidarietà con i poveri e gli esclusi. Regalità e minorità: in Cristo sono una cosa sola, e San Francesco lo testimonia.

Mi piace un’espressione della vostra preghiera al Sacro Cuore di Gesù, là dove dice: «Fa’ che siamo solidali e amici della gente, apostoli di simpatia e di verità, perché il Vangelo diventi cuore del mondo». “Apostoli di simpatia e di verità”. Bella espressione, che voi ripetete ogni giorno per confermare il vostro voto di apostolato, convinti che, uniti a Cristo nello Spirito Santo, si è apostoli anzitutto con la propria umanità, con quelle virtù umane che il Concilio Vaticano II descrive: la sincerità, il rispetto della giustizia, la fedeltà alla parola data, la gentilezza, la discrezione, la fermezza d’animo, la ponderazione, la rettitudine (cfr Decr. Optatam totius, 11).

Cari fratelli, la fedeltà a questa vostra vocazione vi preservi da due tendenze oggi diffuse, anche tra i preti: l’autoreferenzialità e la mondanità. Nessuno di noi ne è del tutto immune. Bisogna riconoscerlo e reagire con la grazia del Signore. Dal Cielo vi aiutino e vi accompagnino la Madonna e San Francesco d’Assisi. Vi benedico tutti di cuore. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie.

Alla Delegazione delle "Sentinelle della Santa Famiglia" (11 gennaio 2024)

Gio, 11/01/2024 - 09:30

Gentili Signore, care “Sentinelle”, buongiorno!

Con gioia do il benvenuto a voi, Sentinelles de la Sainte Famille, e saluto Sua Altezza Reale la Principessa Sibilla di Lussemburgo.  

La vostra è una rete di preghiera mariana – pregare con la Madonna è bello – fondata dieci anni fa, che ha la vocazione di presentare alla nostra Santa Madre le intenzioni della Chiesa e del mondo. Apprezzo la semplicità e l’umiltà del vostro movimento, sorto spontaneamente nella preghiera comune delle prime tra voi. L’impegno richiesto a colei che vuole diventare una “sentinella” è semplice, potrebbe sembrare anche risibile: recitare ogni giorno una decina del Rosario. Molto semplice. È poco agli occhi degli uomini, ma è molto agli occhi di Dio, se è fatto con fedeltà nel tempo, con fede e con fervore e in spirito di comunione tra voi. Dio ama ciò che è piccolo e fa sì che porti frutto.

Il fatto che il vostro movimento sia composto soltanto da donne mette in luce la vostra vocazione specifica e insostituibile nella Chiesa, ad immagine della Vergine Maria. Voi non solo pregate la Madonna chiedendole di intercedere, ma avete ancor più la disposizione a conformarvi a lei, alla sua maternità, a unirvi alla sua preghiera di intercessione di madre per tutti i figli della Chiesa e per il mondo. Così, qualunque sia il vostro stato di vita, con Maria siete tutte madri. La vostra preghiera e il vostro impegno di “sentinelle” sono orientati secondo il modello di Maria, con alcune caratteristiche.

Penso anzitutto allo sguardo che rivolgete sugli altri e sulle realtà del mondo. Che sia sempre come quello della Vergine Maria, uno sguardo di madre, paziente, comprensivo, compassionevole. E vi invito a impregnare tutta la vostra vita e tutte le vostre relazioni di questo sguardo, non solo quando vi ritrovate tra voi come “sentinelle” e nei momenti di preghiera, ma nella vita quotidiana, in famiglia, in parrocchia, nei vostri ambienti di lavoro.

Inoltre, abbiamo ascoltato anche recentemente nella Liturgia, che Maria “custodiva e meditava gli avvenimenti nel suo cuore”. Voi portate certamente nella vostra preghiera avvenimenti che possono essere dolorosi, a titolo personale oppure affidativi da altri. Portate pure le intenzioni del mondo attraversato da tanti conflitti, tante violenze e tanta indifferenza; e anche quelle di molte persone sofferenti, abbandonate, rifiutate o in grande difficoltà. Tutto ciò potrebbe suscitare incomprensione, scoraggiamento. Ma Maria, vedendo Gesù bambino patire la povertà, non si scoraggia, non si lamenta. Rimane in silenzio; custodisce nel suo cuore e medita (cfr Omelia1° gennaio 2022). «Questo fanno le madri: sanno superare ostacoli e conflitti, sanno infondere pace. Così riescono a trasformare le avversità in opportunità di rinascita e in opportunità di crescita» (ibid.). Vi auguro di poter aiutare le persone a scoprire il senso di ciò che vivono, e a conservare sempre la speranza e la fiducia nel futuro.

Infine, la tenerezza. Il nostro mondo, come anche i nostri fratelli e sorelle, hanno più che mai bisogno di tenerezza: una parola che qualcuno forse vorrebbe togliere dal dizionario! (cfr Omelia1° gennaio 2019). Com’è duro a volte oggi il mondo, implacabile, sordo e indifferente alle sofferenze e ai bisogni del prossimo. Maria è stata tenerezza per Gesù; e lo è per la Chiesa e per il mondo. Questa è certamente anche la vocazione di una “sentinella”: incarnare in qualche modo la tenerezza di Maria per la Chiesa e per il mondo.

Vi ringrazio ancora per la vostra visita e per la vostra dedizione. Vi auguro di perseverare con coraggio. La vostra crescita, numerica e geografica, non vi faccia perdere la semplicità e la piccolezza di cuore. Vi benedico, e vi chiedo di non dimenticarvi di me nella preghiera. Grazie.

XXXII Giornata Mondiale del Malato, 2024

Mer, 10/01/2024 - 12:00

«Non è bene che l’uomo sia solo».
Curare il malato curando le relazioni

 

«Non è bene che l’uomo sia solo» (Gen 2,18). Fin dal principio, Dio, che è amore, ha creato l’essere umano per la comunione, inscrivendo nel suo essere la dimensione delle relazioni. Così, la nostra vita, plasmata a immagine della Trinità, è chiamata a realizzare pienamente sé stessa nel dinamismo delle relazioni, dell’amicizia e dell’amore vicendevole. Siamo creati per stare insieme, non da soli. E proprio perché questo progetto di comunione è inscritto così a fondo nel cuore umano, l’esperienza dell’abbandono e della solitudine ci spaventa e ci risulta dolorosa e perfino disumana. Lo diventa ancora di più nel tempo della fragilità, dell’incertezza e dell’insicurezza, spesso causate dal sopraggiungere di una qualsiasi malattia seria.

Penso ad esempio a quanti sono stati terribilmente soli, durante la pandemia da Covid-19: pazienti che non potevano ricevere visite, ma anche infermieri, medici e personale di supporto, tutti sovraccarichi di lavoro e chiusi nei reparti di isolamento. E naturalmente non dimentichiamo quanti hanno dovuto affrontare l’ora della morte da soli, assistiti dal personale sanitario ma lontani dalle proprie famiglie.

Allo stesso tempo, partecipo con dolore alla condizione di sofferenza e di solitudine di quanti, a causa della guerra e delle sue tragiche conseguenze, si trovano senza sostegno e senza assistenza: la guerra è la più terribile delle malattie sociali e le persone più fragili ne pagano il prezzo più alto.

Occorre tuttavia sottolineare che, anche nei Paesi che godono della pace e di maggiori risorse, il tempo dell’anzianità e della malattia è spesso vissuto nella solitudine e, talvolta, addirittura nell’abbandono. Questa triste realtà è soprattutto conseguenza della cultura dell’individualismo, che esalta il rendimento a tutti i costi e coltiva il mito dell’efficienza, diventando indifferente e perfino spietata quando le persone non hanno più le forze necessarie per stare al passo. Diventa allora cultura dello scarto, in cui «le persone non sono più sentite come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se povere o disabili, se “non servono ancora” – come i nascituri –, o “non servono più” – come gli anziani» (Enc. Fratelli tutti, 18). Questa logica pervade purtroppo anche certe scelte politiche, che non riescono a mettere al centro la dignità della persona umana e dei suoi bisogni, e non sempre favoriscono strategie e risorse necessarie per garantire ad ogni essere umano il diritto fondamentale alla salute e l’accesso alle cure. Allo stesso tempo, l’abbandono dei fragili e la loro solitudine sono favoriti anche dalla riduzione delle cure alle sole prestazioni sanitarie, senza che esse siano saggiamente accompagnate da una “alleanza terapeutica” tra medico, paziente e familiare.

Ci fa bene riascoltare quella parola biblica: non è bene che l’uomo sia solo! Dio la pronuncia agli inizi della creazione e così ci svela il senso profondo del suo progetto per l’umanità ma, al tempo stesso, la ferita mortale del peccato, che si introduce generando sospetti, fratture, divisioni e, perciò, isolamento. Esso colpisce la persona in tutte le sue relazioni: con Dio, con sé stessa, con l’altro, col creato. Tale isolamento ci fa perdere il significato dell’esistenza, ci toglie la gioia dell’amore e ci fa sperimentare un oppressivo senso di solitudine in tutti i passaggi cruciali della vita.

Fratelli e sorelle, la prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è la vicinanza piena di compassione e di tenerezza. Per questo, prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni, di tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri – familiari, amici, operatori sanitari –, col creato, con sé stesso. È possibile? Si, è possibile e noi tutti siamo chiamati a impegnarci perché ciò accada. Guardiamo all’icona del Buon Samaritano (cfr Lc 10,25-37), alla sua capacità di rallentare il passo e di farsi prossimo, alla tenerezza con cui lenisce le ferite del fratello che soffre.

Ricordiamo questa verità centrale della nostra vita: siamo venuti al mondo perché qualcuno ci ha accolti, siamo fatti per l’amore, siamo chiamati alla comunione e alla fraternità. Questa dimensione del nostro essere ci sostiene soprattutto nel tempo della malattia e della fragilità, ed è la prima terapia che tutti insieme dobbiamo adottare per guarire le malattie della società in cui viviamo.

A voi, che state vivendo la malattia, passeggera o cronica, vorrei dire: non abbiate vergogna del vostro desiderio di vicinanza e di tenerezza! Non nascondetelo e non pensate mai di essere un peso per gli altri. La condizione dei malati invita tutti a frenare i ritmi esasperati in cui siamo immersi e a ritrovare noi stessi.

In questo cambiamento d’epoca che viviamo, specialmente noi cristiani siamo chiamati ad adottare lo sguardo compassionevole di Gesù. Prendiamoci cura di chi soffre ed è solo, magari emarginato e scartato. Con l’amore vicendevole, che Cristo Signore ci dona nella preghiera, specialmente nell’Eucaristia, curiamo le ferite della solitudine e dell’isolamento. E così cooperiamo a contrastare la cultura dell’individualismo, dell’indifferenza, dello scarto e a far crescere la cultura della tenerezza e della compassione.

Gli ammalati, i fragili, i poveri sono nel cuore della Chiesa e devono essere anche al centro delle nostre attenzioni umane e premure pastorali. Non dimentichiamolo! E affidiamoci a Maria Santissima, Salute degli infermi, perché interceda per noi e ci aiuti ad essere artigiani di vicinanza e di relazioni fraterne.

Roma, San Giovanni in Laterano, 10 gennaio 2024

FRANCESCO

Lettera del Santo Padre di Conferma dell’Elezione dell’Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi (9 gennaio 2024)

Mer, 10/01/2024 - 12:00

A Sua Beatitudine
Mar Raphael Thattil
Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly

Ho ricevuto la lettera con la quale, conformemente al canone 153 §2 del Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, chiede al Romano Pontefice di confermare la sua elezione canonica da parte del Sinodo dei Vescovi della Chiesa siro-malabarese come Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly, Padre e Capo di questa amata Chiesa sui iuris.

Sappia che concedo volentieri la conferma da lei richiesta, ed esprimo fraterni buoni auspici in Gesù Cristo, nostro Signore e Dio. Prego perché, seguendo l’esempio dei suoi venerabili predecessori, lei possa adoperarsi per offrire un ministero pastorale generoso e fecondo al gregge affidato alle sue cure. La esorto inoltre a ricordare in modo particolare i poveri e i più bisognosi. Che lo Spirito Santo favorisca l’unità, la fedeltà e la missione della Chiesa siro-malabarese, di modo che possa crescere e prosperare sotto la sua guida paterna.

Nell’estendere i miei cordiali saluti ai Fratelli Membri del Sinodo, al clero, ai religiosi e alle religiose, ai seminaristi e ai candidati alla vita consacrata e ai fedeli laici della Chiesa siro-malabarese, invoco l’intercessione della Santa Madre di Dio, del Santo Patriarca san Giuseppe e dell’Apostolo san Tommaso. A tutti voi imparto la mia Benedizione, mentre vi assicuro della mia vicinanza spirituale e vi chiedo, per favore, di pregare per me.

Roma, da San Giovanni in Laterano, 9 gennaio 2024

Francesco

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L'Osservatore Romano, Anno CLXIV n. 6, mercoledì 10 gennaio 2024.

Udienza Generale del 10 gennaio 2024 - Catechesi. I vizi e le virtù. 3. La gola

Mer, 10/01/2024 - 09:00

Il testo qui di seguito include anche parti non lette che sono date ugualmente come pronunciate:
 

Catechesi. I vizi e le virtù. 3. La gola

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questo nostro cammino di catechesi che stiamo facendo sui vizi e le virtù, oggi ci soffermiamo sul vizio della gola.

Cosa ci dice il Vangelo a questo riguardo? Guardiamo a Gesù. Il suo primo miracolo, alle nozze di Cana, rivela la sua simpatia nei confronti delle gioie umane: Egli si preoccupa che la festa finisca bene e regala agli sposi una gran quantità di vino buonissimo. In tutto il suo ministero Gesù appare come un profeta molto diverso dal Battista: se Giovanni è ricordato per la sua ascesi – mangiava quello che trovava nel deserto –, Gesù è invece il Messia che spesso vediamo a tavola. Il suo comportamento suscita scandalo in alcuni, perché non solo Egli è benevolo verso i peccatori, ma addirittura mangia con loro; e questo gesto dimostrava la sua volontà di comunione e vicinanza con tutti.

Ma c’è anche dell’altro. Mentre l’atteggiamento di Gesù nei confronti dei precetti ebraici ci rivela la sua piena sottomissione alla Legge, Egli però si dimostra comprensivo con i suoi discepoli: quando questi vengono colti in fallo, perché avendo fame colgono delle spighe di grano in giorno di sabato, Lui li giustifica, ricordando che anche il re Davide e i suoi compagni, trovandosi nel bisogno, avevano mangiato dei pani sacri (cfr Mc 2,23-26). E Gesù afferma un nuovo principio: gli invitati a nozze non possono digiunare quando lo sposo è con loro; digiuneranno quando lo sposo verrà loro tolto. Ormai tutto è relativo a Gesù. Quando Lui è in mezzo a noi, non possiamo essere in lutto; ma nell’ora della sua passione, allora sì, digiuniamo (cfr Mc 2,18-20). Gesù vuole che siamo nella gioia in sua compagnia – Lui è lo Sposo della Chiesa –; ma vuole anche che partecipiamo alle sue sofferenze, che sono anche le sofferenze dei piccoli e dei poveri.

Un altro aspetto importante. Gesù fa cadere la distinzione tra cibi puri e cibi impuri, che era una distinzione fatta dalla legge ebraica. In realtà – insegna Gesù – non è ciò che entra nell’uomo a contaminarlo, ma ciò che esce dal suo cuore. E così dicendo «rendeva puri tutti gli alimenti» (Mc 7,19). Per questo il cristianesimo non contempla cibi impuri. Ma l’attenzione che dobbiamo avere è quella interiore: dunque non sul cibo in sé, ma sulla nostra relazione con esso. E Gesù su questo dice chiaramente che quello che fa la bontà o la cattiveria, diciamo così, di un cibo, non è il cibo in sé ma la relazione che noi abbiamo con esso. E noi lo vediamo, quando una persona ha una relazione non ordinata con il cibo, guardiamo come mangia, mangia di fretta, come con la voglia di saziarsi e mai si sazia, non ha un rapporto buono con il cibo, è schiavo del cibo.

Questo rapporto sereno che Gesù ha stabilito nei confronti dell’alimentazione dovrebbe essere riscoperto e valorizzato, specialmente nelle società del cosiddetto benessere, dove si manifestano tanti squilibri e tante patologie. Si mangia troppo, oppure troppo poco. Spesso si mangia nella solitudine. Si diffondono i disturbi dell’alimentazione: anoressia, bulimia, obesità… E la medicina e la psicologia cercano di affrontare la cattiva relazione con il cibo. Una cattiva relazione con il cibo produce tutte queste malattie.

Si tratta di malattie, spesso dolorosissime, che per lo più sono legate ai tormenti della psiche e dell’anima. L’alimentazione è la manifestazione di qualcosa di interiore: la predisposizione all’equilibrio o la smodatezza; la capacità di ringraziare oppure l’arrogante pretesa di autonomia; l’empatia di chi sa condividere il cibo con il bisognoso, oppure l’egoismo di chi accumula tutto per sé. Questa domanda è tanto importante: dimmi come mangi, e ti dirò che anima possiedi. Nel modo di mangiare si rivela la nostra interiorità, le nostre abitudini, i nostri atteggiamenti psichici.

Gli antichi Padri chiamavano il vizio della gola con il nome di “gastrimargia”, termine che si può tradurre con “follia del ventre”. La gola è una “follia del ventre”. E c’è anche questo proverbio: che noi dobbiamo mangiare per vivere, non vivere per mangiare. La gola è un vizio che si innesta proprio in una nostra necessità vitale, come l’alimentazione. Stiamo attenti a questo.

Se lo leggiamo da un punto di vista sociale, la gola è forse il vizio più pericoloso, che sta uccidendo il pianeta. Perché il peccato di chi cede davanti ad una fetta di torta, tutto sommato non provoca grandi danni, ma la voracità con cui ci siamo scatenati, da qualche secolo a questa parte, verso i beni del pianeta sta compromettendo il futuro di tutti. Ci siamo avventati su tutto, per diventare padroni di ogni cosa, mentre ogni cosa era stata consegnata alla nostra custodia, non al nostro sfruttamento! Ecco dunque il grande peccato, la furia del ventre: abbiamo abiurato il nome di uomini, per assumerne un altro, “consumatori”. E oggi si dice così nella vita sociale: i “consumatori”. Non ci siamo nemmeno accorti che qualcuno ha cominciato a chiamarci così. Siamo fatti per essere uomini e donne “eucaristici”, capaci di ringraziamento, discreti nell’uso della terra, e invece il pericolo è di trasformarsi in predatori, e adesso ci stiamo rendendo conto che questa forma di “gola” ha fatto molto male al mondo. Chiediamo al Signore che ci aiuti nella strada della sobrietà, e che le varie forme di gola non si impadroniscano della nostra vita.

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Saluti

Je salue cordialement les personnes de langue française, en particulier:  les séminaristes du séminaire de Paris, le Collège Saint Joseph d’Aumale, et l’Aumônerie nationale des Artisans de la Fête. Que le Seigneur soit notre unique véritable faim. Que Dieu vous bénisse.

[Saluto cordialmente le persone di lingua francese, in particolare i seminaristi del seminario di Parigi, il Collegio San Giuseppe di Aumale e la Capellania nazionale degli Artigiani della Festa. Il Signore sia la nostra vera unica fame. Dio vi benedica.]

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those coming from Korea and the United States of America. 
I also welcome the priests from the Institute for Continuing Theological Education at the Pontifical North American College.  Upon all of you, and upon your families, I invoke the joy and peace of Our Lord Jesus Christ.  God bless you!  

[Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente ai gruppi provenienti dalla Corea e dagli Stati Uniti d’America. Saluto inoltre i sacerdoti dell’Istituto di Formazione Teologica Permanente del Pontificio Collegio Americano del Nord. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo! Dio vi benedica!]

Liebe Brüder und Schwestern, der Herr hat sich in der Eucharistie zu unserer himmlischen Speise gemacht. Er gebe uns die notwendige Kraft, um auf dem Weg der Tugenden fortzuschreiten und ihm ähnlicher zu werden.

[Cari fratelli e sorelle, il Signore nell’Eucaristia si è fatto il nostro cibo celeste. Egli ci dia la forza necessaria per progredire nel cammino delle virtù e conformarci a Lui.]

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Pidamos al Señor recuperar el sentido eucarístico del comer, en lo que tiene de acción de gracias a Dios por lo que nos da y de comunión con el hermano, con el compartinos la alegría de la fraternidad. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.

Saúdo os peregrinos de língua portuguesa, com votos de que sempre possais dar-vos conta do dom maravilhoso que é a vida. Vele sobre o vosso caminho a Virgem Maria e vos ajude a ser, por todo o lado, sinal de confiança e esperança. Sobre vós e vossas famílias desça a Bênção de Deus.

[Saluto i pellegrini di lingua portoghese, augurando di rendervi sempre conto di quanto la vita sia davvero un dono meraviglioso. Vegli sul vostro cammino la Vergine Maria e vi aiuti ad essere dovunque segno di fiducia e di speranza. Su di voi e sulle vostre famiglie scenda la Benedizione di Dio.]

أُحيِّي المُؤمِنِينَ النَّاطِقِينَ باللُغَةِ العربِيَّة. المسيحِيُّونَ الَّذينَ "لَبِسُوا المَسِيحَ" (راجع غلاطية 3، 27) في المعموديَّة، مَدعُوونَ إلى أنْ يَعِيشُوا "المحبَّةَ والفرحَ والسَّلامَ والصَّبرَ واللُّطفَ وكَرَمَ الأَخلاقِ والإِيمانَ والوداعَةَ والعَفاف" (غلاطية 5، 22) حتَّى يَبقَوا أُمَناءَ لِدَعوَتِهِم. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِنْ كُلِّ شَرّ!

[Saluto i fedeli di lingua araba. Per rimanere fedeli alla loro vocazione, i cristiani che nel battesimo si sono «rivestiti di Cristo» (Gal 3,27), sono chiamati a vivere «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎!]

Pozdrawiam serdecznie Polaków. Na początku Nowego Roku ważne jest, aby pamiętać, że pokój, którego tak wszyscy pragniemy, rodzi się w sercu człowieka. Niech Maryja, Królowa pokoju, wspiera was, by wasze plany i decyzje wypływały z pragnienia dobra swojego, waszych rodzin, Ojczyzny i całego świata. Z serca Wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i polacchi. All'inizio del nuovo anno, è importante ricordare che la pace, tanto voluta da tutti, nasce nel cuore dell'uomo. Maria, Regina della Pace, vi sostenga affinché i vostri progetti e le vostre decisioni nascano dal desiderio di bene per voi stessi, per le vostre famiglie, per la vostra Patria e per il mondo intero. Vi benedico di cuore.]

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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli di Terracina, quelli di Canosa di Puglia e gli studenti di Frosinone.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli - sono tanti! -: tutti invito ad operare sempre nella novità di vita che ci indica il Figlio di Dio, incarnatosi per salvare l’uomo.

Rinnoviamo la nostra vicinanza con la preghiera alla cara popolazione Ucraina così provata e a quanti soffrono l’orrore della guerra in Palestina e Israele, come pure in altre parti del mondo. Preghiamo, preghiamo per questa gente che è sotto la guerra e preghiamo il Signore perché semini nel cuore delle Autorità dei Paesi il seme della pace.

A tutti la mia Benedizione!

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